“Ci troviamo ad un mese dall’entrata in vigore di una riforma del processo civile che presenta gravi criticità e rischia di avere effetti gravemente controproducenti. Per questo motivo A.N.F. ha inviato oggi al Ministro Nordio un documento di riflessione e di studio sulle maggiori problematiche della riforma, nel quale si propongono anche una serie di dettagliati interventi correttivi. Chiediamo al Ministro della Giustizia l’apertura urgente di un tavolo di confronto, perché vi è il rischio che la riforma produca risultati opposti a quelli auspicati. In luogo di maggiore efficienza e celerità del processo si rischia di assistere infatti al suo appesantimento (con conseguente compromissione degli obiettivi del P.N.R.R.). Inoltre, la riforma porterà ad una compressione dei tempi e degli strumenti di difesa a disposizione delle parti, con grave pregiudizio del diritto dei cittadini all’accesso alla giustizia e alla difesa dei propri diritti e interessi legittimi”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco.
“Tra i numerosi punti che solleviamo – continua Di Marco – c’è la richiesta di abrogazione dei limiti dimensionali degli atti di parte e l’abrogazione o perlomeno riduzione delle nuove sanzioni previste a carico delle parti per le ipotesi di responsabilità aggravata”.
“È necessario che sia posticipata l’entrata in vigore dei nuovi limiti di competenza del Giudice di Pace, dato che questi uffici non sono pronti a ricevere la mole di contenzioso aggiuntivo che gli sarà riversato addosso dal 1° marzo, senza che sia stato ancora pienamente implementato il processo civile telematico e che sia stata adeguata la pianta organica”.
“Chiediamo poi – aggiunge Di Marco – che sia rivista la fase introduttiva del giudizio ordinario, per la quale è stato prevista una scansione di termini convulsa e caratterizzata da tempi troppo brevi ed il cui meccanismo rischia semplicemente di non funzionare e di portare a duplicazioni e inutili ripetizioni di adempimenti difensivi”.