“Sconcerta il parere rilasciato sul cosiddetto DL Fare dalla Commissione Giustizia della Camera in merito alle misure sulla giustizia civile .
A una prima lettura , tranne qualche passaggio apprezzabile, si presenta come un insieme di osservazioni tra loro anche contrastanti, che di certo non potranno contribuire a migliorare l’impianto della legge. Anziche’ diminuire , le materie da portare in conciliazione obbligatoria vengono aumentate, ripescando, incredibilmente, quelle che hanno dato peggior risultato nei mesi passati, come la RCA e che opportunamente erano state tenute fuori”.
Lo dichiara il segretario generale dell’ANF Ester Perifano.
“E’ vero che l’Italia non e’ un paese per giovani – continua Perifano – ma insistere su giudici ausiliari 75enni, alzando il limite di eta’ a tutte le categorie interessate, anziche’ abbassarlo per tutte, significa ignorare completamente il dibattitto in corso nel Paese sui privilegi degli anziani a scapito delle giovani generazioni. E comunque la maggior confusione è sul tema della mediazione obbligatoria: non solo si chiede la reintroduzione di materie gia’ opportunamente escluse, ma si chiede di introdurne altre, in una cornice di grande confusione di tempi e modalità, specie sulla presunta gratuità del tentativo di conciliazione, che gratuito non e’ affatto. Di contro, in un’ottica di supposte misure che ci dovrebbero avvicinare all’Europa, nemmeno una parola sulle competenze che il nuovo 791 bis riserva in via esclusiva ad una unica categoria di professionisti, tenendo deliberatamente fuori tutti gli altri, avvocati e commercialisti in testa, che pure hanno dato ottima prova di se nelle vendite immobiliari. E’ la controprova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le cosiddette liberalizzazioni non esistono, o se esistono sono a senso unico : ovvero, si colpiscono i soliti, mentre rimangono intoccabili i veri privilegiati”.
“Auguriamoci – conclude Perifano – che la Camera, prima, nella presentazione effettiva degli emendamenti, e il Senato, poi, dimostrino maggior conoscenza dei seri problemi della giustizia italiana. Perchè così non andremo da nessuna parte”.