Meno avvocati, ma principalmente per effetto della riduzione della componente femminile, e timore di dover uscire dall’avvocatura per un terzo degli intervistati, a cui si aggiunge una concentrazione di iscritti all’albo forense nelle regioni meno dinamiche dal punto di vista economico. Sono questi alcuni dei tanti elementi di riflessione che emergono dalle 122 pagine del Rapporto sull’Avvocatura 2023, predisposto dal Censis, in collaborazione con Cassa forense. Un primo dato importante emerso dal Rapporto è sicuramente quello della riduzione, per il secondo anno consecutivo, del numero di avvocati iscritti all’ente di previdenza (tabella A1 del rapporto), che risultano essere nel 2022 240.019, circa 5mila in meno rispetto al numero massimo di 245.030 registrato nel 2020…..
La reazione dell’Anf.
Su alcuni degli aspetti chiave del Rapporto, si registra la reazione, tra le altre, del segretario generale dell’Associazione nazionale forense Giampaolo Di Marco: «Le forze politiche guardino questa fotografia di una categoria in cui addirittura un terzo degli avvocati under 40 ha considerato l’idea di lasciare la professione. E non solo: con un enorme gap reddituale a sfavore di donne, giovani e dei professionisti del sud del Paese. Si comprenda», dice Di Marco, come «per avere una giustizia che funzioni al meglio» occorrano «operatori messi in condizione di lavorare al meglio: si diano gli strumenti per favorire la riconversione delle competenze degli avvocati, si incentivino le aggregazioni e si consideri la giustizia un bene di prima istanza».