“L’Avvocatura, se oggi più che mai rivendica un ruolo esplicito nella Carta Costituzionale, non può sottrarsi alla riflessione sul tema della giurisdizione in Italia e subire riforme scritte da altri; anzi, deve farsi portatrice di una sua precisa proposta che vada ben oltre i semplici protocolli e che non sia di risulta rispetto ad una giurisdizione forense che allo stato non ha dato i risultati sperati.
Non tutto può essere portato fuori dal processo; anzi, giurisdizione e processo devono ritenersi il baluardo della difesa dei diritti e della giustizia, giustizia che non necessariamente deve essere rapportata al mercato perché il diritto e la persona vengono prima del mercato e sono al di sopra del mercato”.

Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini, nel corso della sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario a Bari.

Ruolo e autorevolezza dell’Avvocatura – continua Pansini – si misurano in termini non di equo compenso ma di capacità di saper leggere e governare i cambiamenti, di saper cogliere le opportunità dell’alta specializzazione del suo sapere e delle possibili aggregazioni anche con altre professionalità, di fare autocritica ridisegnando una nuova figura di avvocato e rimettendo mano ad una legge ordinamentale troppo frettolosamente approvata che, dopo solo cinque anni, ha già mostrato tutti i suoi limiti”.

“Un’Avvocatura responsabile rifugge la tentazione di riversare le paure della professione sulle generazioni più giovani, spacciando per meritocrazia un esame di abilitazione senza codici annotati che non si ha il coraggio di riformare per non intaccare rendite di posizione” – conclude Pansini.

 
Roma 27 gennaio 2018

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