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“Il XXXV Congresso Nazionale Forense si chiude registrando da parte dell’A.N.F. soddisfazione perché le nostre istanze sono state approvate dall’assise. Dalla richiesta di adozione di misure per l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nel sistema Giustizia, a misure rafforzative delle garanzie difensive della persona, agli impegni in favore dei giovani e dell’efficienza della giustizia civile, è stato premiato il nostro impegno per le istanze che l’avvocatura ritiene importanti e urgenti. Ora ci proiettiamo già sulla sessione ulteriore in cui affronteremo la richiesta di una riforma complessiva dell’ordinamento professionale forense, incentrata sulla separazione dei poteri e delle funzioni giurisdizionali. Siamo stati parte attiva e propositiva nella scelta di affrontare le questioni inerenti l’ordinamento forense in una sessione dedicata, dove occorre cercare la più ampia convergenza su un una riforma che rafforzi le funzioni del Congresso Nazionale Forense anche riconoscendo forza vincolante ai deliberati congressuali, con le Associazioni forensi maggiormente rappresentative sempre protagoniste in virtù del loro contributo irrinunciabile”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, al termine del Congresso nazionale forense a Lecce.
“Le nostre mozioni – continua Di Marco – impegnano il CNF a richiedere l’adozione di misure per l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nell’amministrazione della giustizia, con modalità che siano ovviamente rispettose dei principi e dei valori costituzionali e che garantiscano trasparenza, equità, autonomia ed indipendenza della magistratura e di tutti i soggetti coinvolti. Riteniamo importante una sollecita attuazione della legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario (Legge 71/2022), affinchè sia consentita all’Avvocatura una maggiore partecipazione all’attività organizzativa degli uffici giudiziari, dando seguito alle esperienze di buone prassi già esistenti in diverse Tribunali, con l’istituzione di cabine di regia per l’organizzazione dell’esercizio della giurisdizione con particolare riferimento alla gestione ed organizzazione degli Uffici del processo”.
“Inoltre – aggiunge Di Marco – chiediamo di prevedere, che nell’ambito del processo penale, che la trattazione degli atti di impugnazione (appello e ricorso per cassazione) avvenga con il contraddittorio orale e la presenza necessaria del difensore, e l’adozione di criteri trasparenti e predeterminati per legge, di rango primario, per la redazione dei Progetti organizzativi delle Procure. Attenzione poi sul processo civile: chiediamo che gli interventi sul sistema giustizia non sia tanto sulle regole di rito, quanto sulle risorse del sistema giustizia e sulla organizzazione del lavoro negli uffici giudiziari, oltre che sulla preparazione in chiave organizzativa/manageriale dei capi di tali uffici giudiziari, anche sfruttando le risorse previste dal P.N.R.R”.
“Nell’ottica invece di una sempre maggiore necessità di specializzazione – aggiunge Di Marco – chiediamo che il corso di laurea in giurisprudenza venga modificato con l’istituzione di un triennio finale specializzante non vincolante, eventualmente a numero programmato, per chi desidera intraprendere le professioni forensi (avvocatura, magistratura, notariato)”.
“Bene infine l’approvazione della mozione su un tema su cui ci battiamo da tempo: chiediamo che sia consentito agli avvocati di svolgere la professione forense in forma di contratto di rete di impresa, sia nella forma di rete contratto che nella forma di rete soggetto, anche pura, ed anche pluridisciplinare. Agli avvocati riteniamo giusto che vengano in questi casi applicate le normative previdenziali e fiscali previste dalla disciplina ordinaria” – conclude Di Marco.