“A Milano la giustizia civile si è sostanzialmente fermata. Nel rispetto delle misure indicate dalle autorità sanitarie, è opportuno che anche per il mondo della giustizia vi sia chi, a livello nazionale, detti linee di condotta precise e linee guida omogenee nei tribunali italiani in merito all’azione di contrasto della diffusione del Covid 19, senza lasciare che ogni ufficio giudiziario reagisca in modo autonomo o addirittura grottesco, con provvedimenti il cui contenuto, in alcuni casi, è da stigmatizzare per autoreferenzialità, mancanza di rispetto e offensività”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini.
“I tribunali – continua Pansini – sono luoghi di lavoro e il virus Covid-19 colpisce indistintamente tutti, senza distinguere tra avvocati, magistrati, cancellieri, cittadini, e chi ricopre ruoli dirigenziali deve assicurare a tutti costoro salute e sicurezza; come ci viene ripetuto dalle autorità sanitarie, queste settimane sono decisive ai fini del contenimento della diffusione del virus e, quindi, è più che mai necessario che anche coloro che dirigono gli uffici giudiziari, gli ordini circondariali e il personale amministrativo abbiano, a livello nazionale, un preciso punto di riferimento nelle istituzioni che sappia indicare a tutti la strada da seguire per la gestione delle udienze e delle attività nei palazzi di giustizia e suggerire i migliori comportamenti da adottare, così allontanando il senso di abbandono diffuso, amplificato da indicazioni e circolari percepite come scaricabarile, da reazioni scomposte e da eccessivo allarmismo”.
“Da parte degli avvocati e di tutti gli operatori occorrono oggi senso di responsabilità, rispetto e giusta prudenza; ad emergenza finita, saranno necessarie approfondite riflessioni sull’organizzazione complessiva del lavoro all’interno degli uffici giudiziari” – conclude Pansini.