“Apprezziamo l’iniziativa del Ministro Anna Maria Cancellieri di aver voluto incontrare unitariamente l’Avvocatura italiana, e ci auguriamo che il confronto diretto con tutte le rappresentanze (istituzionali, politiche, associative e sindacali) sia costante durante il proseguio della legislatura.”
Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, che ieri ha preso parte all’incontro tenutosi al Ministero della Giustizia tra le rappresentanze dell’Avvocatura e il Ministro.
“Abbiamo espresso al Ministro – continua Perifano – la nostra preoccupazione per l’ inaccettabile deriva mercatista presa dalla Giurisdizione negli ultimi anni:soprattutto nel processo civile, un settore che interessa quotidianamente milioni e milioni di famiglie. Tutti gli interventi più recenti hanno avuto il minimo comun denominatore della compressione delle facoltà difensive delle parti a favore dei poteri autoritativi del giudice, senza però che sia stato raggiunto l’obiettivo di ridurre i tempi di definizione dei giudizi. Non solo: il paradosso, intollerabile, è che il nostro Paese, fra quelli europei, è quello in cui i costi individuali di accesso alla giurisdizione sono fra i più elevati, ma lo Stato insiste ad utilizzare il sistema giudiziario per fare cassa senza però reinvestire su di esso se non una parte infinitesimale di quanto incassa. Va, inoltre immediatamente arrestata la tendenza, in evidente rottura con la nostra Costituzione, alla sostanziale ‘privatizzazione’ della giurisdizione.”
“Confidiamo inoltre – aggiunge Perifano – che l’esperienza dell’obbligatorietà della media-conciliazione rimanga solo una brutta pagina del passato e che non si ripropongano interventi di quella natura. La cultura della mediazione e della conciliazione non si impone per legge e, soprattutto, non possiamo accettare che i percorsi di soluzione alternativa dei conflitti siano pensati come solo come deterrenti, sanzionatori e punitivi.”
“Inoltre, Governo e Parlamento – sottolinea Perifano – devono prendere urgente consapevolezza che larghi settori dell’Avvocatura si stanno drammaticamente impoverendo; molti studi chiudono e tanti giovani non riescono ad aprirne di nuovi. E’ un fenomeno impressionante che richiede – come si sta facendo per artigiani e piccole e medie imprese – immediati interventi specifici di sostegno oltre che la revisione radicale degli attuali studi di settore. Nell’immediato, un primo e necessario passaggio è dare il via libera al decreto correttivo dei parametri dei compensi (concordato con l’avvocatura nel novembre scorso), visto che quelli ora vigenti sono mortificanti e penalizzanti per la categoria. Infine, la riforma dell’ordinamento forense. E’ fondamentale che si attivi un tavolo permanente di dialogo con tutte le rappresentanze dell’Avvocatura per la definizione dei regolamenti attuativi, ora a rilento. Ma non basta – conclude Perifano – questa legge approvata in chiusura della precedente legislatura, dovrà essere riproposta all’attenzione del Parlamento per alcuni necessari fondamentali interventi correttivi, perchè così non va. Non serve all’avvocatura: è nata vecchia e inadeguata. Importante in questa prospettiva anche il ruolo del Ministero della Giustizia e il confronto costante con gli avvocati al fine di definire le necessarie modifiche e per avviare celermente l’iter parlamentare.”