“Non uno sciopero illegittimo, ma semplicemente sbagliato. Non una forma di protesta contro la riforma della giustizia, ma un tentativo di difendere posizioni anacronistiche e in generale lo status quo.
Questa è la realtà dello sciopero proclamato dall’A.N.M., e l’opinione pubblica ne è consapevole.
Dispiace che la rappresentanza della magistratura ritenga che le prerogative di Governo e Parlamento confliggano con i propri desiderata, e che ritengano lesa maestà le valutazioni sul loro operato da parte degli avvocati nei consigli che si occupano di valutare la professionalità dei giudici. Avere a cuore i cittadini significa anche essere chiari: ad esempio rispetto al limite di passaggio tra funzioni di Giudice e di PM e viceversa, ritenuto come un grave limite e forte attacco. Quanti magistrati formulano e ottengono tale richiesta ogni anno?
La riforma non è una riforma perfetta, ma darà il suo contributo a migliorare il funzionamento della macchina della giustizia, e senza dubbio non è una riforma contro qualcuno. Sarebbe bene ricondurre il confronto sul piano del merito e dell’interesse generale”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, a margine del convegno “La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio supremo della magistratura” tenutosi oggi a Reggio Calabria presso Palazzo Corrado Alvaro.