“Il rinvio al 30 dicembre prossimo delle disposizioni della riforma Cartabia non ci stupisce: avevamo colto da subito la difficoltà indotta dall’entrata in vigore di alcune norme immediatamente precettive, e l’appello dei 26 procuratori generali delle Corti d’Appello al ministro, al Csm e al procuratore generale di Cassazione ha messo nero su bianco la necessità di chiarimenti e interventi sulla riforma, in particolare sull’applicazione o meno delle nuove regole ai vecchi fascicoli.
Non ci sfugge il segnale non positivo che il rinvio manda all’Europa, però occorrono correzioni. Ora è importante che non ci siano più false partenze”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, in merito alle notizie di stampa sul prossimo Consiglio dei ministri in materia di giustizia.
“La riforma Cartabia in materia di giustizia penale – continua Di Marco – pur ancora perfettibile in alcune sue parti circa le criticità in tema di garanzie difensive, delinea un nuovo contesto normativo che ha tutti i requisiti per realizzare un sistema di giustizia penale più efficiente e più celere; per la prima volta il legislatore è intervenuto, non solo sul rito e non a “costo zero”, impiegando importanti risorse economiche ed umane”.
“Il successo della riforma dipende a questo punto solo dal contributo che, soprattutto avvocati e magistrati, ma più in generale tutti gli operatori del settore, saranno disponibili a offrire, in ciò favoriti dalla transizione digitale che richiede un repentino cambio di passo: una vera e propria rivoluzione culturale nel settore della giustizia. Infine – conclude Di Marco – preoccupano le indiscrezioni in merito all’ergastolo ostativo: ci auguriamo che si seguano le indicazioni della Corte Costituzionale, senza inutili forzature”.