“Riconosciamo alla Ministra Cartabia grande impegno e slancio riformatore, giusta interprete di questa particolare fase storica e delle contingenze economiche legate alla pandemia e ai piani di rilancio europei.
Tuttavia il ‘cantiere giustizia’ non si costruisce solo con riti da semplificare o procedure da migliorare, ma necessita di innesti reali di risorse, al pari delle altre infrastrutture strategiche del nostro Paese.
Temiamo fortemente che le previsioni e le percentuali annunciate rischino di naufragare nel Paese reale, quello fatto di tribunali vetusti dove piove nelle aule e sui grossi e polverosi faldoni che da tempo attendono di essere decisi”.
Così il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco a margine della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario a Reggio Calabria.
“Bene – continua Di Marco – l’introduzione di incentivi fiscali, l’accento posto sul gratuito patrocinio e la maggiore preparazione dei professionisti coinvolti nei procedimenti.
Mal si conciliano questi passi avanti con l’impostazione perdurante da diversi anni di imporre preclusioni e filtri nel processo civile, inutili e limitanti del diritto di difesa dei cittadini e delle imprese, quando servono invece più innovazione tecnologica, condivisione dei dati e dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale.
L’inclusione è anche nel campo della giustizia la strada maestra, dunque in tal senso bene l’impegno della Ministra sulla giustizia riparativa, che nel tempo porterà molti benefici alla coesione sociale.
Preoccupa l’atteggiamento nei confronti degli avvocati, e la scarsa attenzione che abbiamo rilevato nei discorsi dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Cassazione purtroppo lo conferma; non vorremmo che la riduzione del 25% dei tempi dei processi sarà figlio del “filtro economico e numerico” degli avvocati, che vedranno ridurre sempre più le loro attività, a fronte di responsabilità sempre maggiori a remunerazioni minori”.
“La Ministra confermi la sua volontà di dialogo, e apra un canale di confronto non solo con le istituzioni forensi ma anche con le associazioni, che come nessun altro sono presenti in tutti i tribunali del Paese ogni giorno, vero termometro dell’andamento della ‘febbre’ della Giustizia” – conclude Di Marco.