“La legge di bilancio ha predisposto un nuovo spostamento della data di entrata in vigore della riforma Cartabia, in particolare del decreto legislativo attuativo della legge delega di riforma del processo civile. Ma a ben vedere viene si complessivamente anticipata l’entrata in vigore della riforma ai giudizi introdotti a partire dal 28 febbraio 2023, ma di alcune disposizioni specifiche si prevede l’applicabilità a partire dal 1° gennaio 2023 e in alcuni casi anche ai giudizi pendenti. Risulta anticipata al 1° gennaio 2023, poi, l’entrata in vigore delle disposizioni in materia di giustizia digitale, ma non per tutti gli uffici giudiziari, mentre parte della disciplina riformata del processo in cassazione risulta applicabile dal 1° gennaio 2023 anche ai giudizi pendenti, altra soltanto a quelli di nuova introduzione, altra ancora diverrà operativa dal 1° marzo 2023. Insomma, è tutto uno stop and go, un pasticcio a spese dei cittadini, dei tribunali e di tutti gli operatori della giustizia”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco.
“In gioco qui c’è uno dei principi cardine del Pnrr, ci appelliamo dunque al Ministro Nordio: occorre convocare al più presto un tavolo, per dare indicazioni chiare per degli interventi correttivi, innanzitutto ripristinando la data di entrata in vigore relativamente alla fase introduttiva del processo di cognizione e le norme relative ai procedimenti di famiglie e minori” – aggiunge Di Marco.
“Il rischio – conclude Di Marco – è che salti la condizione di efficienza richiesta dall’Europa, e che invece si venga a creare una situazione caotica, e più critica dell’attuale”.