“Il Parlamento e il Presidente del Consiglio incaricato Renzi ascoltino la composta protesta degli avvocati, perché se a scendere in piazza oggi è l’avvocatura e qualche giorno fa sono stati artigiani e commercianti, c’e’ sicuramente da essere preoccupati. L’avvocatura, di cui l’Anf rappresenta una parte significativa, richiede un confronto schietto e serrato con la politica, mettendo sul tavolo proposte concrete, a costo zero per le casse pubbliche, ma a tutto vantaggio dei cittadini e dell’amministrazione della giustizia”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Ester Perifano.
“Oggi gli avvocati sono scesi in piazza a Roma, mentre altri colleghi, in Sardegna e in Puglia, sono in sciopero ad oltranza contro i provvedimenti in elaborazione al ministero della Giustizia. Un Ministero – continua Perifano – che troppo spesso negli ultimi anni è stato sordo alle richieste di condivisione degli interventi in materia di giustizia giunti da chi, come gli avvocati, ha il polso della situazione nei tribunali italiani.
E’ ora che gli avvocati entrino, a tutti gli effetti e come peraltro la legge consente, nell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia. La loro presenza avrebbe, ad esempio, evitato i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti: il processo civile tra filtri e costi proibitivi è diventato per i cittadini un lusso e, come se non bastasse, si vuole continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini con la motivazione a pagamento e la responsabilità solidale tra avvocati e clienti in caso in cui il giudice accerti la temerarietà di una lite”.
“L’avvocatura chiede di essere ascoltata, perché ha proposte vere, che prescindono dalla bulimia legislativa degli ultimi anni. E chi spera di piegarci, ha fatto male i conti, perche’ l’unico modo che abbiamo di onorare la nostra toga e’ quello di svolgere, sino in fondo, la nostra funzione costituzionale e difendere i cittadini dalle prepotenze che, sempre piu’ spesso negli ultimi anni, provengono paradossalmente proprio dallo Stato.” – conclude Perifano.
Roma 20 febbraio 2014