“Nell’interesse del Paese, del buon funzionamento della giustizia e dei diritti dei cittadini il nostro auspicio è che l’Associazione Nazionale Magistrati ricomponga le sue divisioni interne e ripensi l’approccio ideologico contro la riforma del Csm. Non temano i magistrati il giudizio degli avvocati nei Consigli giudiziari, perché come ha giustamente detto un eminente magistrato quale Giuseppe Pignatone il voto degli avvocati può portare punti di vista ed esperienze diverse, e aiutare a esprimere valutazioni più aderenti al livello di professionalità e maturità raggiunto dal soggetto esaminato”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco.
“E’ bene sottolineare – continua Di Marco – che le valutazioni sulla professionalità dei magistrati verrebbero espresse non da un singolo avvocato, bensì in modo collegiale, nel caso in cui il consiglio dell’ordine abbia effettuato delle segnalazioni su un magistrato. Questo allontana ogni timore di ‘rivalse’ personali di qualunque genere. Più in generale, in ogni democrazia liberale, il miglioramento dell’offerta di giustizia e un rapporto paritario tra l’indipendenza della magistratura e la sua responsabilità sono obiettivi imprescindibili”.
“Risultano dunque francamente incomprensibili i toni allarmistici utilizzati da Anm, orientati evidentemente a fuorviare l’opinione pubblica sull’esatta portata della riforma” – conclude Di Marco.