Nel 2016 ha raggiunto il traguardo del mezzo secolo di vita l’Aiga (l’Associazione italiana dei giovani avvocati). Venticinque anni or sono è iniziato il «cambio di pelle» per quella che era prima un’associazione culturale con finalità scientifiche e che, poi, «a partire dagli anni 1999/2000 quando fu costituita la Fondazione Tommaso Bucciarelli», ha iniziato a «discutere anche di politica forense e di rappresentanza» della categoria, rivolgendo sempre l’attenzione alle «prospettive di crescita e tutela delle giovani generazioni di professionisti». Nel contempo, è proseguita «la divulgazione, in chiave costituzionale, dei valori che ispirano la professione forense», nell’ottica della «rilevanza che ha oramai assunto nei processi di integrazione con tutte le realtà sociali ed economiche». A partire dal 2015, l’Aiga (che conta IO mila iscritti tra giovani avvocati e praticanti e vanta 120 sezioni presso le sedi dei vari Tribunali italiani) è presieduta da Michele Vaira, 42 anni, appartenente al foro di Foggia, fra i cui obiettivi c’è la volontà che venga «definitivamente regolamentata» la figura del «collaboratore di studio»; le proposte che l’Aiga ha redatto finora, ha sottolineato, «pare stiano trovando accoglimento non soltanto da parte degli organi istituzionali e previdenziali della classe forense, ma anche da parte dello stesso ministro della Giustizia Andrea Orlando che, in più di un’occasione, ha evidenziato la necessità di disciplinare la parasubordinazione» nelle sedi in cui viene esercitata la professione.È tempo di riforma
Dal gratuito patrocinio all’introduzione delle specializzazioni forensi, dalla difesa del principio di immutabilità del giudice alla riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm), fino alla tutela delle condizioni dei detenuti nelle carceri: sono alcuni «cavalli di battaglia» che hanno contraddistinto negli ultimi anni l’azione dell’Unione delle camere penali (Ucpi), la più grande associazione di legali penalisti del Paese. Nata nel 1982, composta da 130 camere penali sul territorio nazionale, è presieduta dal 2014 da Beniamino Migliucci (del foro di Bolzano), 60 anni, che la guiderà fino al 2018. Proprio in questi giorni, ha riferito, «abbiamo promosso una vasta campagna di raccolta firme per at- tuare la riforma eternamente incompiuta del nostro sistema giurisdizionale: la separazione delle carriere della magistratura inquirente da quella requirente. Non certo un obiettivo semplice, viste le resistenze della magistratura associata, da sempre contraria», e considerato il «sostanziale fallimento delle iniziative legislative intraprese in ambito parlamentare da una ventina d’anni». Per il vertice dell’Ucpi, «attuare la separazione delle carriere rappresenta l’unica via per dare seguito alla riforma dell’articolo 111 della Costituzione, che ha rappresentato in passato una delle maggiori conquiste, non tanto per l’Unione delle camere penali, quanto per i diritti di tutti noi».