04.02.14 Il Sole 24 Ore – Dagli avvocati l’ok alle nuove regole con effetto anti-crisi

I giovani avvocati promuovono il regolamento della Cassa forense. Le norme di favore per i legali in difficoltà, licenziate venerdì scorso (si veda «Il Sole 24 Ore» del 2 febbraio) prevedono il pagamento della metà del contributo soggettivo minimo, pari a circa 700 euro l’anno, per facilitare l’ingresso dei 50mila avvocati ancora fuori e la permanenza dei 37mila a rischio cancellazione. Un “taglio”, garantito per otto anni ed esteso agli over 35, anche se chi è già iscritto dovrà sottrarre dagli otto anni il tempo già trascorso dalla data di approdo all’albo. Un regolamento “solidale” che piace all’Associazione nazionale giovani avvocati.
«Siamo contenti perché sono state recepite le nostre richieste – spiega il presidente dell’Aiga Nicoletta Giorgi – a cominciare dalle riduzioni per tutti senza sbarramenti di età. Ci va bene anche la sospensione del pagamento per un anno in caso di difficoltà a esercitare, oltre che per maternità, fino a tre eventi e per l’adozione. Positiva anche la sospensione delle sanzioni fino al 31 dicembre 2015».
L’Aiga però chiede uno sforzo in più. «Vorremmo che la Cassa ci seguisse nel quotidiano – dichiara il presidente – penso al microcredito ma anche alla possibilità di stipulare convenzioni con le banche o altri soggetti del mercato per ottenere un’anticipazione delle somme dovute dallo Stato ai legali che hanno prestato il patrocinio a suo carico: soldi che si vedono dopo due o tre anni e che potrebbero così arrivare prima. Sarebbe poi opportuno anche fare delle verifiche sul mercato per individuare nuovi spazi professionali».
Il regolamento piace ai giovani ma non solo. Per il presidente dell’Oua Nicola Marino con il via libera alla contribuzione previdenziale agevolata si esce dall’immobilismo «È la fine di un periodo di incertezza – dice Marino – si è giunti al momento delle decisioni ed è un passo avanti per la categoria». Parla di una scelta opportuna il presidente dei penalisti Renzo Menoni, per lui però le incertezze restano. «Quello di oggi è un compromesso ragionevole tra l’esigenza di salvare i conti della Cassa e quella di tutelare i più deboli – sottolinea Menoni – mi chiedo però cosa accadrà tra otto anni, quando il trattamento di favore sarà finito. Che ne sarà allora di questi non più giovani? Si tratta quasi di 90mila persone: un’emergenza sociale che non riguarderà solo l’avvocatura. Salvarne 70mila sarebbe un successo, ma potrebbe andare diversamente e potremmo trovarci a pensare che sarebbe stato meglio lasciarli andare su un’altra strada. Ma quello sarebbe il senno di poi…».
Il segretario dell’Unione camere penali Vinicio Nardo dà atto alla Cassa di aver affrontato un problema serio. «Come penalisti siamo favorevoli all’obbligo, imposto dalla legge professionale, della doppia iscrizione – dice Nardo – il regolamento della cassa è un passo avanti per gli “esodati” dalla professione. Bisogna evitare che i giovani siano costretti ad abbandonare la prospettiva della toga».
Decisamente negativo invece il parere dell’Associazione nazionale forense. «Se quanto anticipato fosse confermato, il nuovo regolamento sarebbe preoccupante e deludente – sostiene il segretario Ester Perifano – di fatto non c’è alcuna considerazione per i colleghi iscritti alla Cassa da oltre 8 anni: si usano due pesi e due misure a danno di chi esercita la professione nelle regole da tempo».

Patrizia Maciocchi

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