Contribuzione minima dimezzata con possibilità di integrare i propri versamenti nell’arco dei primi otto anni di iscrizione alla Cassa, retrodatazione sino a tre anni per chi si iscrive oggi all’ente di previdenza degli avvocati, nessun limite di età per beneficiare di quanto previsto dalle nuove norme. Sono i punti salienti del Regolamento dei contributi che disciplinerà l’ingresso di 50 mila legali in Cassa forense. Nel dettaglio, si prevede la possibilità di contributi minimi dimezzati, circa 700 euro all’anno nei primi otto anni, per gli avvocati che da oggi la legge obbliga all’iscrizione alla Cassa.A fronte del dimezzamento, verranno riconosciuti solo sei mesi di anzianità contributiva ai fini previdenziali, ciò per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema. Al contrario di quanto avviene per l’Inps, però, la Cassa offre al professionista la possibilità di integrare quanto versato sino agli otto anni successivi all’iscrizione. Le nuove norme si applicano a tutti gli avvocati senza limiti d’età. Contribuzione minima dimezzata con possibilità di integrare i propri versamenti nell’arco dei primi otto anni di iscrizione alla Cassa, retrodatazione sino a tre anni per chi si iscrive oggi all’ente di previdenza degli avvocati, nessun limite di età per beneficiare di quanto previsto dalle nuove norme. Sono questi i punti salienti del Regolamento dei contributi che disciplinerà l’ingresso di 50 mila legali in Cassa forense così come previsto dalla legge professionale 247/2012. «Siamo soddisfatti di aver approvato il regolamento entro i termini previsti dalla legge e rispettando le aspettative di migliaia di avvocati che ci chiedevano con urgenza risposte concrete», commenta il presidente di Cassa forense, Nunzio Luciano. Il provvedimento, deliberato venerdì sera dal Comitato dei delegati e che ora sarà trasmesso ai ministeri vigilanti per la necessaria approvazione, è stato accolto con posizioni differenti dalle varie anime della categoria. Per l’Organismo unitario dell’avvocatura presieduto da Nicola Marino è «la fi ne di un periodo di incertezza e va riconosciuto a Cassa forense uno sforzo nella direzione dell’equità». Molta soddisfatta anche l’Associazione nazionale dei giovani avvocati Aiga che pensa già alla fase 2. «Agevolazione del microcredito, individuazione di nuovi spazi di mercato e specializzazione della giovane avvocatura, interventi di supporto per il gratuito patrocinio», sono le nuove sfi de secondo la presidente Nicoletta Giorgi. Per l’Associazione nazionale forense guidata da Ester Perifano, invece, il regolamento «di fatto, introduce considerevoli disparità di trattamento tra avvocati che hanno il medesimo percorso professionale, premiando chi, sinora è rimasto fuori dall’ente e punendo chi, anche a costo di grandi sacrifi ci, è entrato ed è rimasto». Il regolamento. Nel dettaglio, si prevede la possibilità di contributi minimi dimezzati, circa 700 euro all’anno nei primi otto anni, per gli avvocati che da oggi la legge obbliga all’iscrizione alla Cassa. A fronte del dimezzamento della contribuzione annuale, verranno riconosciuti solo sei mesi di anzianità contributiva ai fi ni previdenziali, ciò per garantire la sostenibilità fi nanziaria del sistema. Al contrario di quanto avviene per l’Inps, però, la Cassa offre al professionista la possibilità di integrare quanto versato sino agli otto anni successivi all’iscrizione. Le nuove norme si applicano a tutti gli avvocati senza limiti d’età, perché, aggiunge Luciano, «è ormai evidente che la crisi dell’Avvocatura è intergenerazionale e colpisce i giovani come gli ultra-quarantenni. Non potevamo permettere che il nuovo regolamento fosse una scure per espellere dalla professione migliaia di avvocati. Grazie alla flessibilità che lo contraddistingue, il regolamento offre ai professionisti in difficoltà una speranza per il presente e per il futuro. Ciò vale sia per i 50 mila che la nuova legge forense obbliga all’iscrizione alla Cassa sia per i 37 mila legali già iscritti ma che oggi non hanno redditi sufficienti per assolvere agli obblighi previdenziali». I 50 mila interessati dal provvedimento – sono già 6000 in meno rispetto alla prima ricognizione – saranno iscritti d’ufficio e riceveranno un’apposita comunicazione con le regole per restare o cancellarsi dall’albo. Le polemiche. «Lo sconto del 50% sui contributi minimi deve essere preso per quel che realmente è: una possibilità di entrare nel sistema previdenziale di categoria», replica Luciano a quanti sui social network ieri sostenevano che si tratta di una presa in giro poiché con una contribuzione così bassa non si potrà che ottenere una pensione di tipo contributivo (come previsto dall’articolo 8 del regolamento per le prestazioni previdenziali) e quindi fortemente penalizzante se messa a confronto con quella di tipo retributivo (oggi mitigato rispetto al passato ma comunque ancora vantaggioso) riconosciuta agli altri colleghi. «Il problema vero restano i redditi bassi. E su questo Cassa Forense non può fare miracoli, poiché con la situazione attuale abbiamo un’avvocatura che cresce e un lavoro che diminuisce», continua Luciano. Che, però, annuncia: «Non dobbiamo nascondere nulla. Attraverso gli 80 delegati territoriali la Cassa porterà in giro per l’Italia il giusto messaggio di questo intervento».
Ignazio Marino