05.09.2013 Italia Oggi – Legali in agitazione

Sorpresa estiva per l’avvocatura. Prima della pausa i vertici del Consiglio nazionale forense avevano incontrato i tecnici dell’ufficio legislativo del ministero della giustizia per fare il punto sull’attuazione della riforma forense (legge 247/2012) ricevendo rassicurazioni circa la rapida emanazione dei parametri sui compensi. Solo pochi giorni fa, invece, due notizie trapelate dal ministero hanno messo in agitazione l’avvocatura. La bozza con i parametri inviata dal Cnf, infatti, sarebbe stata passata al restyling (si veda ItaliaOggi del 27/8/2013) mentre non vedranno la luce le regole per Società tra avvocati in quanto la delega è scaduta a inizio agosto (si veda IO del 29/8/2013). Oltre all’immediata (nuova) richiesta di chiarimento fra il Consiglio nazionale di categoria e l’Ufficio legislativo di via Arenula, ieri l’Associazione nazionale avvocati italiani (Anai) si è fatta portavoce di una preoccupazione che serpeggia all’interno della categoria per quello che il presidente Maurizio de Tilla definisce «ostruzionismo ed esplicita opposizione alla riforma forense da parte del ministero della giustizia». «Ritorna in piedi», aggiunge, «il problema dei soci di capitale che favoriscono intromissioni di multinazionali e criminalità organizzata all’interno degli studi professionali, con violazione dei principi di indipendenza e legalità stabiliti nel testo di riforma approvato dal Parlamento». Ma non solo. «La preoccupazione», continua de Tilla, «aumenta con la constatazione che il ministero ha già manifestato la propria contrarierà ai parametri indicati dal Cnf che colmano una serie di lacune del decreto approvato dal ministero, che ne aveva già riconosciuto la erroneità con le proposte di rettifica prospettate dalla Severino, dopo gli incontri con l’Oua e le Associazioni forensi. Se poi si considera che ritardano, senza alcuna giustificazione, i regolamenti ministeriali in materia di specializzazione, di disciplina e di assicurazione obbligatoria si ha la conferma di un complessivo “boicottaggio” della riforma, già claudicante sotto i profili dell’accesso e della estensione degli iscritti alla Cassa». Nel suo comunicato, l’Anai non fa mistero dei difficili rapporti con il nuovo Guardasigilli. Ricorda de Tilla che «la Cancellieri ha più volte detto che l’Avvocatura è una casta, liquidando il problema con la famosa frase «vado a togliermi l’avvocatura dai piedi’». E per questo motivo invita la categoria a reagire proclamando l’astensione e promuovendo iniziative clamorose e incisive di protesta.

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