Insieme hanno ribadito la strategia per uscire dall’emergenza seguita all’inagibilità del palazzo di via Nazariantz, dove avevano sede gli uffici penali del capoluogo pugliese: «L’alternativa non può essere lo smembramento degli uffici, con la Procura a Modugno e le sezioni giudicanti in via Brigata Regina: va individuata una sede, unica, all’interno della città», ripetono insieme Mascherin, Stefanì e Sassanelli. Dopo aver verificato che non si può recedere da tale punto fermo, i vertici dell’avvocatura hanno incontrato, insieme con il rappresentante dell’Anf Luigi Pansini e i delegati di altre associazioni forensi, i capi degli uffici giudiziari baresi nell’unico palazzo di giustizia ancora agibile, quello di piazza De Nicola. Ed è emersa ampia condivisione con il presidente della Corte d’appello Franco Cassano, il procuratore generale Annamaria Tosto e il presidente del Tribunale Domenico De Facendis. Convergenza che ha prodotto appunto l’appello congiunto al nuovo ministro della Giustizia Bonafede, per un decreto in cui si dichiari lo stato d’emergenza e si affidino a un commissario poteri straordinari. Obiettivo: arrivare con la massima rapidità a una soluzione che consenta di non celebrare più le udienze sotto le tende di via Nazariantz. Una proposta, osserva il presidente del Cnf, «rivolta al guardasigilli senza distinzione fra avvocatura delle diverse regioni, nazionale o barese, perché in questo momento siamo tutti avvocati di Bari».
VISITA AL TRIBUNALE DA CAMPO Subito dopo, Mascherin, Stefanì e Sassanelli si sono diretti proprio al “tribunale da campo” per un doveroso sopralluogo. «E ho avuto modo di constatare che si tratta di strutture inadeguate anche come tende, non solo come uffici giudiziari… », è il primo commento del presidente del Cnf. «Ho visto in Friuli le tendopoli dei terremotati: erano assai più dignitose, qui siamo al di là di ogni immaginazione». Eppure in quella situazione «degradata e degradante» si è costretti, da dieci giorni, a celebrare le udienze di rinvio che non è più possibile ospitare nell’adiacente palazzo, chiuso al pubblico. E lì i vertici di Cnf, Ordine e Camera penale hanno incontrato anche il procuratore della Repubblica Giuseppe Volpe, oltre al presidente della sezione locale dell’Anm Giuseppe Battista. E verificato ancora una volta l’assoluta convergenza sulla richiesta da inoltrare al guardasigilli Bonafede e all’intero esecutivo. Un appello che di fatto chiama in causa un preciso contenuto politico indicato nel “contratto” di governo: la vocazione popolare che dovrebbe ispirare i programmi sulla giustizia, altrimenti punteggiati solo da ipotesi restrittive su processo penale e ordinamento penitenziario. «La soluzione del problema Bari non è solo un intervento a favore di questa città», ha detto Mascherin, «ma la prova di una diversa visione della giustizia, di una cultura fatta di investimenti nel rispetto verso avvocati, magistrati, personale amministrativo e cittadini. Non è uno spreco di denaro, ma vite salvate ed efficienza: alla lunga, un guadagno in democrazia».
I PALETTI DI ORDINE E CAMERA PENALE E con la mobilitazione unitaria di ieri, l’avvocatura ha interpretato proprio quel ruolo di istituzione vicina ai cittadini che il nuovo governo si propone di incarnare: «Ci impegniamo per tutelare la dignità della giustizia nell’interesse, innanzitutto, dei più deboli», osserva Mascherin. Il presidente dell’Ordine forense Stefanì parla a sua volta di «un interesse pubblico collettivo non limitato a magistrati e avvocati, visto che la giustizia è un servizio dovuto a tutti, e neppure alla sola nostra città». Anche in altre sedi giudiziarie del Paese, ricorda il vertice dell’Ordine di Bari, «ci sono emergenze strutturali non ancora deflagrate come avvenuto qui, ma comunque gravissime». E il rilievo pubblico, non circoscritto agli “addetti ai lavori”, della moblitazione degli avvocati è richiamato dal presidente dei penalisti baresi, Sassanelli: «Se si realizzasse l’ipotesi di dislocare la Procura a Modugno ci troveremmo comunque costretti a continui rinvii delle udienze, in una situazione dunque analoga a quella della tendopoli. Con la differenza che l’accampamento nel parcheggio di via Nazariantz ha evidentemente una natura provvisoria, mentre il trasloco a Modugno finirebbe per diventare definitivo, e definitiva sarebbe la gravissima disfunzione per la giustizia penale barese». Considerazioni a cui sarà difficile, per via Arenula, controbattere. è segnalata anche dall’Organismo congressuale forense in una nota, che definisce la visita di Mascherin «segno tangibile della vicinanza dell’avvocatura italiana ai colleghi baresi e alla cittadinanza tutta per i gravi disagi». Il coordinatore dell’Ocf Antonio Rosaanticipa anche che lunedì sarà a sua volta in visita nel capoluogo pugliese insieme con i componenti Giovanni Malinconico e Armando Rossi. Così come l’Asociazione nazionale forense osserva in un tweet: «La presenza del Cnf e del suo presidente Mascherin conferma: tutti d’accordo sulla necessità di un commissario con poteri straordinari». E al Dubbio , Luigi Pansini, a nome dell’Anf, spiega: «Non può essere considerato un caso se sulla assoluta necessità di una figura con poteri straordinari siamo d’accordo tutti, sia le istituzioni e le associazioni forensi che i capi degli uffici giudiziari. Vuol dire che si tratta dell’unica soluzione in grado di evitare che si diverga sui dettagli e si perda di vista il punto vero: mettere in salvo la giustizia barese».
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