Continua l’operazione disgelo tra il ministero della Giustizia e l’avvocatura. Dopo le tensioni, gli scontri verbali e gli scioperi di protesta degli scorsi anni, sembra iniziata una stagione di collaborazione tra le istituzioni statali e quelle di categoria.
Dopo i primi approcci formali c’è stato un incontro operativo in cui il ministro della giustizia Andrea Orlando ha ricevuto le rappresentanze del Consiglio nazionale forense, dell’Associazione nazionale magistrati, dell’Oua e delle Camere civili. Il confronto pare essere stato fruttuoso anche grazie al fronte comune tra Cnf e Anm sulle misure «deflattive» al processo proposte dai due organismi di avvocati e magistrati.
Le proposte
«Il ministro Orlando ha parlato di una “scommessa” che vuole giocare con l’avvocatura per arrivare a costruire un percorso più ampio di condivisione anche per la nostra professione – fanno sapere dall’Oua -. Un’impostazione apprezzabile e da approfondire, sopratutto per i temi indicati per il confronto».
L’obiettivo principale resta quello di riformare e decongestionare la giustizia civile. Nella fase pregiudiziale le proposte coinvolgono direttamente gli avvocati e sono alternative anche alla mediazione obbligatoria. Per esempio la negoziazione assistita dagli avvocati, alternativa alla mediazione obbligatoria, con il potere dell’avvocato di autenticare le firme delle parti e di attestarne la volontà: potere che produrrebbe semplificazione e meno costi a carico di quest’ultime.
Avvocati e magistrati propongono anche il passaggio (a richiesta delle parti in causa) dal giudice ordinario a una Camera arbitrale istituita presso gli Ordini forensi, di una causa, per favorirne la conclusione con tempi celeri e costi favorevoli.
Rimedi alla lentezza
Per velocizzare la macchina della giustizia gli avvocati si candidano anche nella gestione delle materie relative ai procedimenti di separazione personale e divorzio ove non vi siano figli minori. In quel caso l’accordo officiato dall’avvocato dovrà poi essere omologato dal giudice, acquisendo così efficacia di titolo esecutivo e per la trascrizione. Sempre nella direzione di un riconoscimento del potere certificativo dell’avvocato va anche la proposta emersa al tavolo, di assegnare agli avvocati il potere di emettere un’ingiunzione di pagamento, opponibile in sede giudiziale. Infine, c’è la proposta del procedimento preliminare al contenzioso civile, una forma facoltativa di arbitrato agli atti, sempre svolto dalle camere arbitrali degli avvocati, anch’esso alternativo alla mediazione obbligatoria.
Nel corso dell’incontro è toccato al Cnf il compito di esprimere piena condivisione e l’impegno a incentivare la diffusione del processo telematico anche in ambiti e per atti per i quali non è prevista la obbligatorietà. Invece Alpa e Mascherin (rispettivamente presidente e consigliere segretario del Consiglio nazionale forense) hanno ancora una volta ribadito la contrarietà alla cosiddetta motivazione su richiesta, in quanto in contrasto con la Costituzione, proponendo piuttosto la valorizzazione dell’istituto della motivazione sintetica, quando richiesta al giudice da tutte le parti costituite in causa. I suggerimenti sul tavolo sono veramente tanti, adesso bisognerà passare alla fase due, quella operativa che metterà alla prova la buona volontà di collaborazione tra le parti.