07.10.13 Il Sole 24 Ore – Per i mini-tribunali tagli faticosi

Prime faticose settimane per la giustizia riveduta e corretta dalla riforma dei tribunalini, partita il 13 settembre. Udienze ferme, fascicoli ancora in viaggio dalla sede soppressa a quella accorpante, assenza di personale, uffici affittati all’ultimo momento per far fronte ai nuovi arrivi. Una situazione che si riscontra in molte sedi. Ma ci sono anche realtà che se la cavano meglio.
Come a Torino, dove «al momento non ci sono – afferma il presidente del tribunale Luciano Panzani – particolari disagi. Solo un “disordine programmato”, visto che i procedimenti pendenti delle sezioni distaccate devono essere portati a Torino e questo comporta attività extra». Però a Pinerolo – sede che chiuderà tra due anni (si veda anche l’articolo sotto) – gli avvocati protestano inscenando un blocco simbolico dei fascicoli. «Per cittadini e legali – commenta Alfredo Merlo, presidente dell’Ordine di Pinerolo – sarà faticoso raggiungere Torino».
Situazione in chiaroscuro anche al tribunale di Milano, che «ha assorbito – spiega Roberto Bichi, presidente vicario – tutte le giacenze delle tre sezioni distaccate di Rho, Legnano e Cassano d’Adda, soppresse e passate ora sotto i tribunali di Busto Arsizio e Lodi». Ci sono, però, anche aspetti problematici, come quello relativo alle amministrazioni di sostegno e ai procedimenti di tutela già pendenti presso le sezioni distaccate. «Essendo tali procedure strettamente collegate al luogo di abituale dimora o di residenza dell’interessato, non possono – aggiunge Bichi – essere trattate dal giudice tutelare di Milano, ma vanno rimesse ai tribunali competenti di Busto Arsizio e Lodi». Per questo, i presidenti degli uffici interessati hanno richiesto l’adozione di un decreto che consenta il ritorno del territorio di Rho nella competenza del tribunale di Milano.
Nella capitale non c’è spazio per l’ottimismo. Il perché lo spiega Antonino Galletti, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Roma: «I fascicoli dei tribunali chiusi sono in viaggio verso le sedi accorpanti. Quando arriveranno dovranno essere registrati, riclassificati e assegnati ai magistrati con tempistiche che, nella migliore delle ipotesi, si aggirano intorno all’anno. Ecco perché le azioni di protesta continuano».
Sotto il Vesuvio la riorganizzazione ha portato al blocco delle udienze. «Le cause pendenti delle sezioni distaccate, assorbite dal nuovo foro di Napoli Nord, sono rimaste in carico al tribunale di Napoli – spiega il presidente, Carlo Alemi -. Così ci siamo ritrovati, se includiamo anche Ischia, circa 50mila fascicoli in più, impossibili da gestire senza personale. Non si è potuto che sospendere questo carico aggiuntivo». Una situazione «drammatica – commenta Francesco Caia, presidente dell’Ordine forense partenopeo -. Da oltre tre settimane la giustizia è sospesa a tempo indeterminato. Non escludiamo proteste clamorose».
A Bari, «delle sette sezioni distaccate ne sono rimaste in attività tre al fine di smaltire l’arretrato – spiega Emmanuele Virgintino, leader degli avvocati baresi -. Legali e consulenti sono costretti a spostarsi, anche più volte al giorno, tra sedi diverse, con un aggravio di spese». Il post riforma, anche a Firenze, «ha generato disfunzioni – afferma il presidente dell’Ordine, Sergio Paparo -. Serio il problema dell’ufficio notifiche, caricato di attività prima effettuate a Empoli e Pontassieve. Pesa anche l’incertezza sui tempi delle udienze».
A confermare che anche nel resto della penisola la situazione è difficile è Marcello Luparella, consigliere dell’Oua, l’Organismo unitario dell’avvocatura: «Nella stragrande maggioranza dei tribunali ci sono problemi. Del resto è naturale, dato che al ministero hanno voluto bruciare i tempi». E cita i casi di Ariano Irpino, accorpato a Benevento, dove le cancellerie sono inesistenti e il comune ha dovuto affittare locali per far posto ai nuovi uffici, delle udienze sospese a tempo indeterminato per i fascicoli di Viareggio (aggregato a Lucca), di Sala Consilina (ora tutt’uno con Salerno), dove non si è ancora svolta un’udienza.
Si tratta, per ora, di un monitoraggio sommario. Più dettagliato sarà quello che si prepara a intraprendere la commissione del ministero della Giustizia con l’obiettivo di fornire entro l’anno al guardasigilli, Annamaria Cancellieri, il preciso quadro di come gli uffici si sono adeguati al nuovo assetto, così che in sede di correttivi alla riforma (da adottare entro settembre 2015) via Arenula possa agire a ragion veduta. Alla commissione non nascondono che al momento diverse situazioni sono in sofferenza, ma in tanti casi la via d’uscita è a portata di mano.
Anche sulla ricognizione che la commissione si appresta a intraprendere si abbattono, però, le critiche degli avvocati, che non si ritengono rappresentati all’interno dell’organismo. Tra gli otto componenti (soprattutto magistrati) siede anche Francesco Siracusano, avvocato e professore di diritto penale a Catanzaro, ma – rileva Nicola Marino, presidente dell’Oua – nominato «a titolo strettamente personale. Nulla da dire sulla persona di Siracusano, ma non è certo espressione delle rappresentanze forensi previste dalla legge».

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