L’INTERVENTO
Mattarella al plenum del Csm sulla riforma dell’organismo di autogoverno delle toghe: «Coprire subito i posti vacanti» Legnini: «Formuleremo la nostra proposta alle Camere e all’esecutivo». Orlando: il pericolo più grande è stare fermi.
Questa volta non è stata l’onda emotiva per la folle sparatoria al Tribunale di Milano a determinare la convocazione del plenum straordinario del Csm, ma un argomento di non minore importanza, delicatezza ed impatto: l’approvazione delle linee-guida dell’autoriforma dello stesso Consiglio superiore in una logica volta a rendere più veloce ed efficiente il «pianeta giustizia». Si spiega così perché Sergio Mattarella abbia voluto ascoltare con attenzione uno per uno tutti i consiglieri, oltre naturalmente al Guardasigilli Andrea Orlando e al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, prima di trarre qualche conclusione dopo l’approvazione del testo (con 23 sì e 3 astensioni). E il Presidente è entrato subito nel vivo sottolineando quella è ormai un’urgenza inderogabile, la necessità di mettere fine ad una giustizia-lumaca che allontana e sfiducia i cittadini: «Il Paese ci chiede un’amministrazione della giustizia veloce per dar peso sempre maggiore alla sua autorevolezza e perciò è necessario procedere in tempi rapidi alla copertura dei posti vacanti negli uffici giudiziari». E aggiunge, perché non ci siano dubbi: «Vorrei auspicare che la copertura degli incarichi vacanti, particolarmente quelli direttivi e semidirettivi, sia effettuata celermente e non venga ritardata dalla ricerca di intese su una pluralità di nomine». Insomma: vanno evitate spartizioni correntizie.
I CRITERI E il metodo lo indica lo stesso capo dello Stato: «Può rivelarsi utile attenersi, nella copertura dei singoli posti direttivi, al criterio oggettivo dell’ordine cronologico delle vacanze». Mattarella elogia senza mezzi termini il progetto di autoriforma del regolamento interno del Csm perché esso «introduce modifiche incisive per migliorarne la funzionalità in un’ottica di trasparenza». In particolare, spiega il Presidente (che del Csm è anche il capo) «la proposta riafferma il ruolo di tutela dell’autonomia, dell’indipendenza, del prestigio e della professionalità dei magistrati; valori, questi, funzionali all’efficienza del sistema giudiziario». Insomma, l’organo di autogoverno delle toghe mira a dotarsi di uno strumento organico che tiene conto delle «accresciute, diversificate competenze» e spinge per percorsi deliberativi più veloci che eliminano intralci, adempimenti sovrabbondanti che rallentano l’operato della struttura consiliare. Ma ovviamente si tratta solo di un primo tassello avverte Mattarella – questo processo interno non esaurisce la spinta innovativa che dipenderà anche dall’attività legislativa. In particolare, egli richiama due punti da affrontare: 1) Il sistema elettorale per la scelta dei componenti togati, in modo che ogni elettore abbia la possibilità concreta di scegliere gli eletti nei quali riponga fiducia e stima; 2) Soluzioni per una diversa composizione della sezione disciplinare, rispettose comunque dell’art. 105 della Costituzione. Naturalmente la competenza del Parlamento e del governonelle scelte legislative su questi temi non esclude che il Csm possa avanzare proprie proposte specifiche. Anche il vicepresidente Legnini elogia il progetto di autoriforma sottolineando come esso «non intende anticipare i propositi di modifica annunciati lo scorso anno dal governo», «né porsi in antitesi rispetto ad eventuali iniziative che comunque spetta al governo promuovere». «Formuleremo una nostra proposta di riforma legislativa», spiega Legnini. Molto soft anche il ministro Orlando. Elogia la «sfida del cambiamento» contenuta dalla risoluzione del Csm e la necessità di una «leale cooperazione». «L’autoriforma del Consiglio non può prescindere dalla riforma normativa e viceversa», spiega, «i due aspetti si integrano e si completano».