Negli ultimi tre mesi del 2013 sono stati quasi 26mila i tentativi di comporre le liti civili fuori dalle aule di giustizia: il 66% in più rispetto ai 15.500 procedimenti dei primi nove mesi. È l’effetto del ritorno, dal 21 settembre 2013, della mediazione obbligatoria. Ma sull’istituto resta l’incognita dei ricorsi: domani udienza al Consiglio di Stato sul ricorso dell’Oua.
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La mediazione torna ai grandi numeri. Negli ultimi tre mesi del 2013 sono stati quasi 26mila i tentativi di comporre le liti civili e commerciali fuori dalle aule di giustizia: il 66% in più dei 15.639 procedimenti iscritti nei primi nove mesi dell’anno. Un’impennata guidata dal ripristino – dal 21 settembre 2013 – della mediazione come «condizione di procedibilità» delle cause civili, deciso nell’intento di decongestionare i tribunali.
L’evoluzione
A far tornare obbligatorio il tentativo di conciliazione prima di iniziare una causa è stato il Dl del fare della scorsa estate, che ha superato lo stop arrivato a fine 2012 dalla Corte costituzionale. Si tratta delle ultime tappe di una storia piuttosto travagliata, rispecchiata dai flussi dei procedimenti registrati dai dati ufficiali della direzione generale di statistica del ministero della Giustizia (si vedano i grafici a fianco).
Il passaggio dall’organismo di mediazione è diventato vincolante – in base al decreto legislativo 28 del 2010 – dal marzo del 2011 per una serie di materie, come diritti reali e locazioni, contratti bancari e finanziari. Il picco dei procedimenti è però arrivato un anno dopo, quando il tentativo di mediazione è diventato obbligatorio anche per le liti in materia di condominio e di incidenti stradali. Le mediazioni si sono contratte a fine 2012 per effetto della pronuncia 272/2012 della Consulta, che ha bocciato l’obbligatorietà della procedura per eccesso di delega. L’accesso alla conciliazione è stato quindi solo volontario nei mesi successivi e fino al 21 settembre 2013, quando il Dl del fare (69 del 2013) ha reintrodotto l’obbligo di tentare la mediazione per le stesse controversie previste fino all’anno prima, a eccezione di quelle provocate dai sinistri stradali.
L’esclusione delle liti in materia di danni da incidenti fa sì che i numeri delle mediazioni dell’ultimo trimestre del 2013 si fermino a circa la metà di quelli dei mesi centrali del 2012: nel secondo trimestre i procedimenti iscritti sono arrivati a 51.634. Si tratta infatti di una materia che genere un grande contenzioso: ad esempio, a giugno 2012 ha fatto partire 7.315 nuovi procedimenti. Ma la pratica ha dimostrato che in questo settore la mediazione non riesce a evitare che le liti arrivino in tribunale, soprattutto per il bassissimo tasso di partecipazione delle assicurazioni: da aprile a giugno 2012, ad esempio, i casi di non adesione sono arrivati al 96,2% del totale.
Il Dl del fare ha, tra l’altro, previsto che le parti in mediazione debbano essere assistite dagli avvocati. Una scelta che la maggior parte dei proponenti ha fatto anche quando l’assistenza legale non era obbligatoria: si tratta del 71,9% nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2013.
Il «filtro»
In tutto il 2013 sono stati 24.020 i procedimenti definiti dagli organismi di mediazione. La controparte è comparsa nel 32,4% dei casi, vale a dire per quasi 7.800 mediazioni. E, tra queste, è stato raggiunto un accordo in media nel 42,4% dei casi, cioè per circa 3.300 liti. Le percentuali variano a seconda del tipo di organismo a cui le parti si sono rivolte: ad esempio, l’accordo viene raggiunto nel 49,5% dei casi quando la mediazione viene tentata di fronte a un organismo privato e nel 29,9% dei casi presso gli Ordini degli avvocati.
Comunque, secondo Fabio Bartolomeo, direttore generale delle statistiche del ministero della Giustizia, «un tasso di successo superiore al 40% nei casi in cui la controparte compare va considerato un buon risultato e fa ben sperare in prospettiva, per l’effetto-filtro che si avrà con l’aumento dei procedimenti in mediazione».
In attesa di giudizio
La mediazione obbligatoria, intanto, resta al centro della battaglia legale avviata dall’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua). È fissata per domani l’udienza del Consiglio di Stato chiamato dall’Oua a chiarire la sua ordinanza del 13 febbraio scorso, con cui, con una formula stringata, ha accolto l’appello dell’avvocatura, rinviando al Tar Lazio la decisione nel merito sulla richiesta di annullamento della disciplina attuativa della mediazione obbligatoria.