Una task force straordinaria di avvocati e giudici fi no a 65 anni per smaltire l’enorme mole dell’arretrato civile, che ha superato ormai quota cinque milioni di cause giacenti nei tribunali in attesa di giudizio. È la proposta lanciata dal presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura, Nicola Marino, nel corso del suo intervento al XXXII Congresso nazionale forense, che si è aperto ieri a Venezia, dove si concluderà domani con l’atteso intervento del ministro della giustizia, Andrea Orlando. Secondo Marino, in pratica, le iniziative legislative devono essere accompagnate da riforme organiche «non a costo zero», ma attraverso «il reclutamento del personale togato e non, con la riorganizzazione degli uffi ci, l’effettiva estensione del processo civile telematico e delle best practice e, non ultimo, varando una task force straordinaria per smaltire l’arretrato». Argomento cardine della prima giornata di lavori il decreto Orlando sulla degiurisdizionalizzazione, atteso alla prova della conversione in legge, con il Guardasigilli chiamato a far proprie le proposte emendative dell’avvocatura, a partire dagli incentivi fi scali per incentivare arbitrato e negoziazione, che secondo la categoria va allargata anche alle coppie con fi gli minori o portatori di handicap. Andiamo con ordine. In apertura dei lavori, è stato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Daniele Grasso, a evidenziare come «solo da poco, abbiamo avuto l’impressione che il sistema giustizia venga considerato una seria priorità nella graduatoria delle iniziative governative e che reale sia la volontà di interventi risolutori». Mentre il Consiglio nazionale forense, per voce del vicepresidente, Ubaldo Perfetti (in sostituzione di Guido Alpa) ha sottolineato come alcune proposte della categoria «siano state recepite e sono in corso di attuazione, come la soluzione arbitrale delle controversie pendenti, la negoziazione assistita, o la difesa obbligatoria delle parti nel processo di mediazione vincolata». Da Marino l’invito alla magistratura di «non porre veti. E di andare avanti con il cambiamento. Il Governo e il Parlamento accolgano le proposte costruttive dell’avvocatura e della magistratura, anche partendo da alcuni spunti contenuti nella bozza di parere del Csm in votazione oggi (ieri, ndr). Ma no a logiche conservatrici sul decreto legge del processo civile». Nel pomeriggio, invece, sono intervenute le associazioni maggiormente rappresentative della categoria, tra cui l’Anf e l’Anai, che si sono concentrate invece sulla questione della rappresentanza interna. «Con la riforma dell’avvocatura», ha detto Ester Perifano, segretario generale Anf, «era stato promesso alla categoria che avrebbe potuto riscattarsi da una situazione diffi cile nella quale , complici i poteri forti di questo paese, era precipitata. Oggi, a distanza di due anni, tutto questo ancora non accade, mentre continua un certo declino della categoria. È giunto il momento di invertire la rotta, diversamente l’avvocatura si condanna da sola alla irrilevanza sociale, politica ed economica per i prossimi 20 anni almeno». Maurizio de Tilla, presidente Anai, ha invece affermato che «questo è un congresso costituente, serve un rilancio della rappresentanza politica dell’avvocatura perché è giunto il momento di attuare un cambiamento radicale, l’Avvocatura non può attendere più».
Gabriele Ventura
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