Presidio di legalità, attori fondamentali di un sistema che merita il 9° posto nella classifica mondiale di Doing Business, zelanti custodi dell’antiriciclaggio, indispensabile completamento della funzione pubblica. Nel giorno del 50° Congresso nazionale oltre mille delegati intervenuti al Mi.Co. di Fiera Milano City il notariato raccoglie gli osanna di politica e istituzioni (magistratura compresa) e scopre di avere anche più alleati di quanto potesse forse immaginare. Dal viceministro Enrico Costa ad Anna Finocchiaro presidente della Commissione affari costituzionali del Senato da Raffaele Piccirillo (Ufficio centrale per gli archivi notarili del Ministero) a Francesco Greco procuratore aggiunto del pool reati fiscali della procura di Milano fino a Giuseppe Bottillo (comandante del Nucleo di polizia valutaria della Gdf), l’elenco dei ringraziamenti e delle proposte per implementare il “modello notariato per l’Italia” è davvero lunghissimo, e tale da far spellare le mani a più riprese all’attentissima platea. Fuori dal coro, ma prevedibilmentee solo per alcuni istanti, si pone il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, che parla di «imprese notarili» citando l’Europa e di «apertura al mercato dei servizi». Per placare il dissenso montante, il presidente dell’Authority deve ricordare che la questione del trasferimento di immobili a uso non abitativo non nasce da una segnalazione dell’Antitrust, bensì «fu introdotta dalgoverno e io stesso, in audizione parlamentare, ne rilevai le criticità evidenziando come potesse recare pregiudizio alla tutela dei fondamentali interessi pubblici». A parte questa parentesi, la tavola rotonda finale segna davvero la celebrazione di una professione che sembra passare indenne dalle trasformazioni so ciali ed economiche del paese. Anzi. Appena il generale Bottillo subito dopo aver tessuto le lodi sull’encomiabile attività antiriciclaggio dei notai segnala i rischi della deregulation sulle Srl, la senatrice Finocchiaro assicura che farà un emendamento alla legge che è in Senato per mantenere ancora il controllo pubblico (cioè notarile) sulla questione. E quando il tema passa sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, tema scottante per lo scandalo in corso al tribunale di Palermo, Piccirillo dalla Giustizia propone di coinvolgere il notariato per garantire trasparenza ed efficienza (applausi scroscianti). È poi il turno di Francesco Greco, memoria storica dell’ultimo ventennio di finanza e impresa spericolata nel capoluogo morale d’Italia, ma la melodia non cambia: «Magistratura e notariato dice , non a caso due professioni selezionate con la meritocrazia vera di un concorso pubblico (applausi, ndr ), devono fare manutenzione costante di questo motore che qui in Lombardia vanta 12 mila start up e 3.100 multinazionali». Il procuratore aggiunto dà atto al Governo, a sorpresa pubblicamente, di muoversi nella direzione giusta della legalità, pur con qualche caduta di intensità «quando le leggi passano gli ultimi, terrificanti 10 minuti prima dell’approvazione parlamentare». Al tavolo delle proposte c’è anche Confindustria con Licia Mattioli, presidente del Comitato internazionalizzazione ed investimenti esteri che disegna la via d’uscita per un paese «che non ha materie prime e può solo contare sulla capacità della sua classe imprenditoriale»: autentica digitale (già proposta dai notai e per ora accantonata) e leggi chiare e comprensibili sono passi fondamentali, secondo la Mattioli, che apprezza la riforma del fallimentare come «buon passo». In questo stato di grazia da consenso trasversale davvero non prevedibile in questa portata al presidente dei Notai Maurizio D’Errico non resta che fare l’ultimo passo: ««È il momento di pensare una riforma dell’ordinamento del Notariato, per dare maggiore stabilità alle nostre competenze e alle nostre specificità».
Alessandro Galimberti