11.03.14 Il Sole 24 Ore – Parcelle legali con nuovi parametri

Gli avvocati possono contare sui nuovi parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha emanato ieri il regolamento con i nuovi indici di riferimento. Ora il testo del decreto ministeriale dovrà essere pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale». Per Orlando «l’emanazione del regolamento è il frutto di un costruttivo confronto con il Consiglio nazionale forense che, in particolare, ha visto recepire da parte del ministero la richiesta di una più precisa quantificazione delle spese generali e la valorizzazione di ogni specifica attività dell’avvocato, sia sotto il profilo giudiziale che sotto quello della composizione stragiudiziale delle controversie».
Nel dettaglio dei contenuti e soprattutto delle modifiche introdotte in seguito ai pareri delle commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato scende il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri: «importi più elevati, spese generali tendenzialmente fisse al 15% ed eliminazione della riduzione del gratuito patrocinio penale di un terzo ma solo perché è ora prevista da norma primaria della legge di stabilità ultima e per evitare anche il dubbio, affacciato, di una duplicazione delle riduzioni». Respinte, invece, spiega la relazione al testo, come frutto di «un’ottica tariffaria con la quale non ci si può più confrontare», l’individuazione nell’ambito degli scaglioni di un compenso minimo non inferiore a una determinata somma, la sollecitazione a non ridurre i compensi per le cause di minore valore e di prevedere uno scaglione per determinate cause. In termini generali, sottolinea ancora la relazione, rispetto alla proposta che era stata messa a punto dal Consiglio nazionale forense, che sin dall’estate del 2012 quando entrò in vigore la versione attuale dei parametri si è mosso per le modifiche, «si è pertanto ritenuto di dover modificare gli importi proposti e ciò si è fatto individuando, per ogni fascia e corrispondente scaglione, la media tra gli importi attuali (ove previsti, ovviamente) e quelli proposti e intervenendo, quindi, sull’importo “medio” con una riduzione del 25%. L’utilizzo di tale criterio ha comportato la individuazione di un compenso medio certamente ridotto rispetto a quello proposto, ma incrementato almeno del 50% rispetto a quello attuale (spesso anche di più)».
Il decreto, osserva il Cnf, si compone di una parte normativa e di tabelle parametriche che per il civile corrispondono ciascuna al tipo di procedimento/giudizio (comprese la materia stragiudiziale, la mediazione, le procedure concorsuali, quelle arbitrali, i processi amministrativi e tributari, i processi davanti alle giurisdizioni superiori) e una per il penale. Ogni tabella è poi divisa per fasi (da quella di studio a quella decisionale, eliminata invece quella post decisionale). All’interno i parametri sono indicati con una somma fissa che il giudice potrà innalzare fino all’80% o ridurre fino al 50% motivando lo scostamento. Per il Cnf, il decreto del ministero, che conferma l’impianto della proposta del Consiglio «garantisce la prevedibilità dei costi legali, in modo che cittadini e imprese possano valutare economicamente i costi/benefici della prestazione professionale. Contribuisce inoltre alla celerità dei processi in quanto il calcolo dei costi della prestazione è completamente svincolato dal numero di atti legali compiuti durante il giudizio. Favorisce la conciliazione della controversie, con evidente e positivo effetto deflattivo del carico presso i tribunali».
Positivo anche il giudizio dell’Oua. Per il presidente Nicola Marino ««Il ministro ha rispettato un impegno frutto dell’incontro della scorsa settimana con l’Oua, il che è profondamente positivo. Tutto ciò grazie alle manifestazioni del 20 febbraio, del corteo e del presidio a Montecitorio, ma anche della capacità di proposta unitaria dell’avvocatura tutta, a livello politico, istituzionale, ordinistico e associativo.

Giovanni Negri

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