12.11.13 Italia Oggi – Parametri forensi in dirittura

Parametri forensi in dirittura. Il Consiglio di Stato ha infatti dato il suo parere positivo, seppur con qualche osservazione, allo schema di decreto ministeriale «Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense (in attuazione dell’art 13 della legge 247/12 di riforma dell’ordinamento forense)». Il ministero della giustizia, dopo aver recepito le osservazioni del Cds, manderà il decreto alla Corte dei conti per la registrazione e poi in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione. Il parere era molto atteso dalla categoria, che da tempo sollecitava il ministero della giustizia in tal senso. I giudici di Palazzo Spada, nelle loro argomentazioni, partono dal principio contenuto nella norma primaria secondo il quale la pattuizione dei compensi è libera. Anche se il collegio, che si è fatto carico della valutazione della misura dei parametri individuati dal ministero della giustizia per verificarne la legittimità ed evitarne «una facile obiezione» rispetto a un’eccessività degli stessi, non può entrare nel merito. E’ la legge forense a circoscrivere espressamente la discrezionalità del ministero e quindi a non consentire al Cds di «formulare ulteriori osservazioni che andrebbero a impingere nel non consentito esame dello stretto merito della questione». In ogni caso Palazzo Spada guarda con positività l’azione di Via Arenula che dopo aver evidenziato nella proposta dei parametri elaborata dal Consiglio nazionale forense un incremento del 50% rispetto ai parametri numerici attuali e «più spesso se non quasi sempre un raddoppio o una triplicazione dell’importo», era intervenuto con una riduzione del 25% sull’importo medio e poi una ulteriore del 10%. Diversa la conclusione, invece, che emerge nel parere sul profilo della liquidazione delle prestazioni svolte in favore di soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato in materia penale. In questo caso lo schema di regolamento ha previsto una riduzione degli importi di regola del 30% a fronte di quanto già previsto nel civile, dove la riduzione è del 50%. Ma questo abbattimento, secondo i giudici di Palazzo Spada, «non è ragionevole» e viene identificato, a torto per i giudici, nella relazione illustrativa del ministero della giustizia «in una ritenuta maggior dignità defensionale nel settore giudiziale» in questione. In questo senso il Consiglio di Stato suggerisce quindi un ridimensionamento del parametro, in misura del 5/10% «avuto altresì riguardo alle esigenze di bilancio prospettate» dal ministero della giustizia e poi considerando che dall’attuazione dei regolamenti «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Infine per il Cds va esplicitamente chiarito che i parametri vanno utilizzati «quando all’atto dell’incarico o successivamente il compenso non sia stato determinato in forma scritta».

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