Tra alti e bassi, richieste e accordi, prosegue la proficua «luna di miele» tra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il mondo dell’avvocatura. Sul tavolo ci sono diverse questioni: il perfezionamento del processo telematico (soprattutto per quanto riguarda l’aumento del contributo unificato), la geografia giudiziaria, l’applicazione della riforma forense. Intanto però arriva la decisione, da parte del ministro Orlando, di ritirare il disegno di legge Cancellieri sul processo civile, un progetto che aveva sollevato non poche polemiche da parte del mondo dell’avvocatura. Diversi i motivi di insoddisfazione sollevati, tra gli avvocati, da quel testo di riforma: la motivazione a pagamento, il pagamento in solido delle cosiddette liti temerarie (quelle che il giudice ritiene cause pretestuose).
Discussioni
In mezzo al consenso per l’abolizione del disegno di legge, però, rimangono le fonti di dissenso, prima fra tutte la netta opposizione all’aumento del contributo unificato, legato al processo telematico: «È bene ricordare – precisa Nicola Marino, il segretario dell’Oua, l’Organismo unitario dell’avvocatura – che in pochi anni i costi complessivi per accedere alla macchina giudiziaria sono lievitati di oltre il 140 per cento. Inaccettabile, così si fa una giustizia solo per i ricchi».
Rimane positivo invece il giudizio complessivo sull’entrata in vigore del processo telematico che, al netto di inceppamenti e inciampi tecnologici, viene considerato un passo in avanti nel miglioramento della macchina della giustizia italiana.
Paradossi
Il problema sta nella spending review dei Tribunali che rischia di coinvolgere anche strutture eccellenti. Emblematica in tal senso è la storia del Tribunale civile di Sulmona, una realtà che ha raggiunto obiettivi come la diminuzione dell’arretrato civile del 20%, la riduzione ad un anno della durata media dei procedimenti, una quantità di depositi telematici che rappresentano la metà di tutti quelli dell’intero distretto. Come se non bastasse Sulmona, grazie a una convenzione stipulata tra l’Organismo unitario dell’avvocatura, l’Università dell’Aquila e il Polo universitario di Sulmona, ha già avviato un master di primo livello, «Processo civile telematico e linguaggi giudiziari», con tirocinio proprio presso lo stesso Tribunale.
Dal punto di vista dell’organizzazione sono stati completamente modificati i metodi di lavoro: è stato introdotto in udienza il triplo schermo (giudice, cancelliere e avvocato), i cancellieri sono stati spostati in udienza e alle udienze è stato dato più spazio attraverso un cronoprogramma giornaliero cadenzato con chiamate dei procedimenti ogni 15 minuti. Il risultato paradossale della nuova geografia giudiziaria è che questa realtà eccellente rischia «il taglio» e la chiusura.
«Purtroppo a causa di una visione distorta e miope della revisione della geografia giudiziaria – osserva Marino – è stata prevista la chiusura di questa eccellenza nel 2018, dopo la concessione di una proroga, per accorparlo a un altro tribunale che dista oltre 100 chilometri. Questa scelta, a fonte di numeri e fatti che dimostrano alti livelli di efficienza e di risparmio, evidenziano l’insensatezza e l’irrazionalità dogmatica di questo provvedimento varato dal precedente governo. Ci auguriamo che il Guardasigilli Orlando, come annunciato nei giorni scorsi parlando di una fase 2 sulla chiusura dei piccoli tribunali (e sezioni distaccate), corregga le precedenti scelte, non solo su Sulmona».
Isidoro Trovato