Maggiori filtri in Cassazione e mediazione per uscire dall’impasse creata dalle cause di scarsissimo valore e dalla litigiosità. Il primo presidente della Corte di cassazione Giorgio Santacroce, in apertura del convegno dedicato alla mediazione che si è tenuto ieri nell’aula Magna della Suprema corte, cita un articolo apparso sul Sole 24 Ore del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, per ricordare i costi che cittadini e imprese sono costretti pagare per il cattivo funzionamento della macchina giustizia: «I tempi lunghi della giustizia si ripercuotono sul recupero dei crediti come sul mancato incentivo agli investimenti – dice Santacroce – sono sempre di più le imprese che lasciano il nostro Paese per produrre altrove». A litigare sono in troppi e i motivi del contendere non sono tali da meritare la Cassazione. Santacroce chiede maggiori filtri e spezza più di una lancia in favore della mediazione, più che mai utile quando il sistema tradizionale è difettoso. Iscritto al partito della mediazione ante-marcia si dichiara il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, per questo può esprimere dei dubbi: «La mediazione può funzionare se i mediatori saranno soggetti con competenze specifiche, preparati e continuamente aggiornati – sostiene Vietti – su questo fronte qualche rischio c’è perché il sistema che è stato organizzato non prevede un catalogo ministeriale che favorisca quella specializziamone che, a mio, parere è indispensabile».
Il segretario dell’Associazione nazionale forense, Ester Perifano, è convinta che la nuova mediazione, come ridisegnata dal decreto del Fare, sia un’opportunità che gli avvocati dovrebbero utilizzare e sfruttare.
http://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CNcacheCopy?file=pdf/201404/16/0017_binpage44.pdf&authCookie=1872140286