16.09.13 l’Unità – La rivolta dei tribunali

Da Chiavari a Gaeta, da Rossano a Sulmona: è protesta in tutta Italia per la riforma in vigore da oggi che taglia mille sedi giudiziare distaccate. A Sala Consilina, in provincia di Salerno, un uomo ha tentato di darsi fuoco dopo essersi cosparso di benzina.Taglio tribunali, rivolte e proteste da Nord a Sud Da oggi in vigore la riforma che cancella mille sedi giudiziarie distaccate Critiche al ministro Cancellieri dagli avvocati. Franceschini: bene il governo Ultimo processo penale a Chiavari e durante il trasloco degli uffici il giudice Mauro Amisano legge l’ultima sentenza. A Torino corteo degli avvocati in autostrada ed a Ostia scatta lo sciopero della fame. A Rossano addirittura sono state ammassate decine di sedie davanti all’ingresso del tribunale e i manifestanti parcheggiano delle auto in piazza per bloccare il transito dei camion che avrebbero dovuto svuotare il palazzo. Nella cittadina calabrese la tensione è alle stelle, la cittadinanza scende in strada e il sindaco Giuseppe Antoniotti annuncia le barricate. A Sulmona l’ordine forense è in presidio permanente dentro il tribunale. La protesta più clamorosa a Sala Consilina, in provincia di Salerno, dove un uomo dopo essersi cosparso di benzina tenta di darsi fuoco, per fortuna viene immediatamente fermato dagli altri manifestanti, ma è pronto a riprovarci pur di salvare il tribunale della cittadina salernitana. Serrande chiuse degli esercizi commerciali nei 15 comuni del Vallo di Diano contro la soppressione del tribunale di Sala Consilina accorpato a quello di Lagonegro, nel potentino. E a Potenza amministratori e consiglieri regionali occupano la sala riunioni della giunta regionale della Basilicata insieme ai rappresentanti degli avvocati. A Camerino gli operai che dovevano fare il trasloco, vengono stoppati da una catena umana. Insomma da nord a sud, isole comprese, è un pullulare di manifestazioni e contestazioni, in piazza amministratori, avvocati e cittadini contro la riforma “taglia tribunali”, che prevede la cancellazione di 1000 sedi giudiziarie tra tribunali, sedi distaccate, procure e uffici del giudice di pace. La misura contenuta nei decreti legislativi 155 e 156 del settembre 2012 da oggi è diventata operativa dopo il definitivo via liber a della Corte Costituzionale. In tutt’Italia non ci saranno più 30 tribunali, 220 le sedi distaccate soppresse, a queste bisogna aggiungere 667 uffici dei giudici di pace. Ma nonostante i sit-in e le dure proteste per il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri la riforma delle circoscrizioni giudiziarie «è inevitabile perché già avviata da tempo, e ricordiamo che il governo sta operando in linea con le direttive europee e della banca mondiale, e che grazie a questo siamo finalmente dalla procedura di infrazione dell’Unione Europea, ma è anche un impegno al quale non possiamo e non vogliamo sottrarci». Nella sua informativa al Senato di mercoledì scorso il ministro non ha però escluso modifiche «abbiamo già predisposto un primo intervento correttivo che renderà più fluida la riforma, e provvederemo a un nuovo decreto correttivo». Il ministro è consapevole che «è comprensibile la resistenza dei territori» per una riforma che «fa venir meno circa il 47% degli uffici giudiziari dell’ intero territorio nazionale». La chiusura dei tribunalini, sacrificati sull’altare della spending review del governo Monti, è diventata anche una questione politica. Il Pd con il responsabile Giustizia del partito, Danilo Leva, chiede alla Cancellieri di rispettare le scelte del Parlamento e di correggere alcune criticità del decreto. Sul fronte Pdl il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Pdl) ricorda il voto unanime del Parlamento «per un rinvio della soppressione della chiusura dei tribunali». In soccorso al ministro Cancellieri il suo collega Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento «le proteste sulle chiusure dei tribunali fanno molto riflettere» dice «tutti chiedono di tagliare la spesa pubblica e di insistere sulla spending review come alternativa a nuove forme di prelievo fiscale e poi, quando si imbocca quella strada, scattano le proteste». «Il ministro Cancellieri – aggiunge -, anche rispetto alle legittime pressioni territoriali e politiche in Parlamento per rinviare l’applicazione del provvedimento, hamos tratofermezza a nome dell’esecutivo e ha fatto bene. Noi siamo stati chiamati al governo per risolvere i problemi del paese, non per cercare voti o applausi». Ma dal mondo politico i dubbi e le critiche sono bipartisan. Si sono fatti sentire i parlamentari del Pd, Pdl, Sel e M5S, intervenuti ieri all’assemblea di Cnf e Oua, le associazioni degli avvocati, convocata a Roma. L’Avvocatura arriva a chiedere le dimissioni della Cancellieri. Per le sigle della pubblica amministrazione di Cgil, Cisl e Uil si rischia il caos. In questo scenario il Presidente dell’Anci, Piero Fassino, chiede al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, di aiutare i comuni per le spese degli uffici giudiziari, costretti ad anticipare i soldi per conto dello Stato senza ottenere poi i rimborsi, che solo nel 2012 ammontano a oltre 230 milioni di euro. Una situazione insostenibile «per chi si trova a dover affrontare gli ulteriori costi all’accorpamento dei tribunali e delle sezioni distaccate sopprese» sottolinea Fassino.

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