17.01.14 La Repubblica – Gli avvocati contro il governo

Hanno voluto aprire con una forte immagine mediatica: il video degli scontri e arresti di avvocati turchi è stato proiettato a ripetizione sugli schermi di Castel Capuano durante l’VIII Conferenza nazionale dell’Avvocatura dal titolo “La Giustizia umiliata. Quale democrazia senza diritti?”, si terrà fino a domani nella storica, bella e semiabbandonata sede del vecchio tribunale. Immagini alle quali hanno finito per far riferimento gli interventi pomeridiani, per due diversi episodi di tensioni che si sono avuti alla ripresa, dopo l’assemblea del mattino nella Biblioteca. Il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura italiana, Nicola Marino, aveva riassunto le ragioni della protesta contro la violazione del diritto alla difesa, il decreto “svuotacarceri”, la Rc auto, l’articolo 9 del decreto “Cresci Italia” (che cancella le tariffe professionali) e la norma della manovra economica bis che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali, oltre alla revoca dell’obbligatorietà della media conciliazione estesa anche a sinistri stradali e condominio.
Prima l’arrivo tra le grida di un gruppo di giovani avvocati che, sprovvisti di accredito, erano stati fermati dalla polizia all’ingresso. In un intervento hanno stigmatizzato l’episodio all’ingresso dopo essere entrati al grido di “buffoni buffoni”. Tra loro i rappresentanti di piccoli studi legali che non avevano sottoscritto l’accredito al costo di cento euro. Poi la protesta si è accentuata con l’intervento del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, spedito dal ministro Cancellieri che è in viaggio per la Russia e che ha già avuto una dura polemica con gli avvocati di Napoli.
L’ala dura dei professionisti di “Libera avvocatura”, “Magna Carta” e “Toghe napoletane”, molti con la maschera di Anonymous, ha salutato il sottosegretario con fischie insultie boati di dissenso al nome della Guardasigilli. Accolto male l’esordio di Ferri («Mi sento al sicuro qui perché sono imputato ma garantito dai tanti difensori presenti in sala») interrotto per dieci minuti. «Occorre fare autocritica – ha detto il sottosegretario – e forse un passo indietro su qualche aspetto della riforma della geografia giudiziaria». Il presidente degli avvocati napoletani, Francesco Caia, ha annunciato che si dimetterà «se anche una sola delle misure illiberali decise dal governo sarà approvata». Fuori da Castel Capuano penalisti e civilisti hanno esposto striscioni contro la riforma.
Dopo fischi iniziali, applausi per il sindaco Luigi de Magistris, che ha fatto riferimento all’articolo 3 della Costituzione («non è pensabile che l’accesso alla giustizia sia legato al censo») assicurando che «da Napoli difenderemo coni denti la libertà dell’avvocatura». Applaudito anche l’intervento del procuratore generale Vittorio Martusciello («le toghe degli avvocati e dei magistrati sono dello stesso colore»). Tracciata la road map della protesta, con lo sciopero di una settimana dal 17 febbraio e prima, il 25 gennaio un video e l’uscita silenziosa dalle Corti d’Appello all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

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