17.03.14 Corriere economia – Avvocati, tariffe scongelate. Prove di dialogo con il governo

Riparte il confronto con l’esecutivo dopo i dissidi Il nodo della mediazione. Cambia anche la formazione

Forse è davvero iniziato il disgelo tra il ministero della Giustizia e l’avvocatura. Il primo segnale era stata la disponibilità al dialogo da parte del ministro Andrea Orlando con tutti i componenti della rappresentanza della categoria. La settimana scorsa è arrivato il primo passo concreto: il ministero ha approvato le proposte del Consiglio nazionale forense per determinare i parametri delle parcelle.
Come è noto le tariffe sono state eliminate dalla riforma delle professioni, però rimanevano in vigore i parametri ministeriali. In pratica, in caso di contraddittorio in merito ai compensi, il giudice può rifarsi a delle tariffe base fissate dal ministero delle Giustizia su proposta del Consiglio nazionale forense.

I nuovi riferimenti
I parametri erano rimasti insabbiati da mesi negli uffici ministeriali malgrado le proteste degli avvocati. Adesso è arrivato il via libero tra il consenso del Consiglio forense che «accoglie positivamente quanto si legge nel comunicato stampa del ministro Orlando» il quale ha dichiarato di aver accolto alcune ulteriori richieste di modifica del Consiglio forense come «una più precisa quantificazione delle spese generali e la valorizzazione di ogni specifica attività dell’avvocato, sia sotto il profilo giudiziale che sotto quello della composizione stragiudiziale delle controversie».

Naturalmente giudizi più netti è approfonditi si potranno avere soltanto quando gli avvocati potranno studiare con attenzione il testo del decreto ministeriale. Ma l’inizio è già positivo.

Il decreto è formato da una parte normativa (per il civile- penale- stragiudiziale) e dalle tabelle dei parametri che per il civile corrispondono ciascuna al tipo di procedimento (comprese la materia stragiudiziale, la mediazione, le procedure concorsuali, quelle arbitrali, i processi amministrativi e tributari, i processi davanti alle giurisdizioni superiori); l’altra parte riguarda la disciplina del penale. Ciascuna tabella parametrica è poi divisa per fasi (da quella di studio a quella decisionale). All’interno i parametri sono indicati con una somma fissa che il giudice potrà innalzare fino all’ 80% o ridurre fino al 50% motivando lo scostamento.

Cambia la formazione
Altro tema caldo di confronto tra avvocatura e ministero sarà la mediazione che è ancora avversata da gran parte degli avvocati, ma che ormai sembra essere la strada prescelta dal ministero per accelerare la macchina della giustizia italiana. Anche sul fronte della mediazione arriva qualche novità: il Consiglio nazionale forense, in una circolare inviata mercoledì agli Ordini, suggerisce un percorso formativo e di aggiornamento per gli avvocati-mediatori, che, secondo quanto previsto dalla legge, del decreto del «fare», hanno diritto all’iscrizione negli elenchi dei mediatori in virtù della loro specifica professionalità tecnico-giuridica. In tema di formazione, inoltre il Consiglio nazionale forense ha presentato la bozza di regolamento che ridisegna in maniera innovativa il sistema. L’avvocato potrà costruire il proprio percorso in libertà, anche tramite l’autoformazione, ma in un quadro di verifica che giunge fino al monitoraggio delle attività svolte. Il numero dei crediti che gli avvocati dovranno maturare è di 60 in tre anni, ma l’accreditamento non avverrà su base temporale ma in relazione al singolo evento, al quale saranno attribuiti dei crediti sulla base di criteri oggettivi predeterminati che valuteranno l’approfondimento proposto.

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