17.06.15 Il Sole 24 Ore – 101 Consigli dell’Ordine forense a caccia di chiarimenti sulle elezioni

Una decisione che riguarda 101 Consigli dell’Ordine (almeno). È quella che il ministero della Giustizia dovrà prendere dopo che il Tar ha censurato alcuni punti cruciali del regolamento che ha disciplinato le elezioni forensi . Elezioni che, rileva il Cnf in un monitoraggio, hanno già visto il rinnovo in 101 Consigli. In 20 di questi sono stati presentati ricorsi, sui quali è chiamato a rispondere lo stesso Cnf. E, a completare il quadro ci sono altri 38 Consigli che, forse più saggiamente, hanno scelto di aspettare a svolgere le consultazioni in attesa che la situazione, già poco chiara mesi fa, arrivare a un arresto definitivo.

La situazione è stata rappresentata ieri dal presidente del Cnf Andrea Mascherin al capo di gabinetto del ministero della Giustizia Giovanni Melillo. Da parte di Mascherin è stato sottolineato come un intervento della Giustizia sia non solo indispensabile ma anche da prendere in tempi rapidi. L’incertezza (aggravata) in cui sono precipitate le istituzioni forensi ne compromette senza dubbio, per il Cnf, la funzionalità e non potrà essere protratta a lungo.

A questo punto gli scenari aperti sono diversi e con differenti conseguenze. Il ministero della Giustizia potrebbe prendere tempo e presentare ricorso al Consiglio di Stato, difendendo il regolamento che è stato bocciato dal Tar perchè non in linea con il principio di tutela delle minoranze da attuare con il voto limitato. Scelta che farebbe guadagnare settimane, ma che non dovrebbe condurre a un accoglimento dell’impugnazione perchè il Consiglio di Stato in realtà, sia pure nei limiti di un giudizio sulla richiesta di sospensiva, si è già espresso, dimostrando di condividere le perplessità sui punti critici del testo.

La Giustizia potrebbe allora rimettere mano al regolamento, riscrivendolo per adeguarlo alle censure del Tar. A quel punto il provvedimento sarebbe “blindato”, ma si porrebbe il problema delle conseguenze sul territorio. Nessun problema per i 38 Consigli dove ancora si deve votare che, ovvio, si confermeranno alle nuove indicazioni del ministero.

Ma cosa succederebbe negli altri 101 dove si è già votato? È vero che “solo” in 20 di questi sono stati presentati ricorsi e che si potrebbe sostenere che in tutti gli altri la situazione si è ormai cristallizzata nell’assenza di contestazioni. Ma si potrebbe sostenere che neppure questi dovrebbero passare indenni dopo un giudizio severo come quello del Tar.

Inoltre le variabili sono tante. Forse troppe. A Milano, per esempio, dove si è votato, ma sono anche stati presentati ricorsi, c’è chi come il neopresidente Remo Danovi sostiene di avere le carte in regola visto che la lista da lui guidata aveva meno candidati dei posti disponibili.

Giovanni Negri

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