18.12.19 Italia Oggi – Ineleggibili anche al Cnf Da rifare le elezioni locali

Il divieto del triplo mandato consecutivo per i consigli territoriali degli avvocati vale anche per il Cnf. La conferma del principio arriva dal tribunale di Roma che, con un’ordinanza pubblicata ieri, ha decretato la sospensione del consigliere eletto nel distretto di Catanzaro per il superamento del suddetto limite. Al suo posto, però, non verrà nominato il primo degli esclusi; infatti, il tribunale ha stabilito che bisognerà ripetere le elezioni per quello specifi co distretto. La questione sul limite massimo di mandati che può espletare un avvocato come consigliere di un Coa o del Cnf è stata aperta dalla sentenza della Cassazione 32781/18 (si veda ItaliaOggi del 20 dicembre 2018). In particolare, la sentenza verteva sulla questione della retroattività del principio, sancito sia dalla legge forense (247/2012), sia dalla legge 113/2017 (disposizioni sulla elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi). Sancita la valenza retroattiva del principio, per cui il conto dei mandati deve partire da prima dell’approvazione della legge forense, la questione ha visto coinvolto anche il Cnf oltre agli ordini territoriali. Nonostante i rilievi della Corte, alla fi ne del 2018 si sono svolte le elezioni per il nuovo Consiglio nazionale e lo scorso marzo sono stati resi pubblici i nomi dei 34 consiglieri eletti. Con l’ordinanza 52798/2019, il tribunale di Roma ha ordinato al Cnf di ammettere, in via provvisoria, il primo degli avvocati esclusi dalla tornata elettorale del distretto di Catanzaro in luogo dell’avvocato eletto, che aveva superato il limite dei due mandati consecutivi. Contro l’ordinanza è stato presentato ricorso da parte del Cnf e dell’eletto; il ricorso è stato respinto con la conseguente sospensione del consigliere eletto. Secondo Luigi Pansini, segretario del Cnf questo è «un danno all’immagine dell’avvocatura assai grave imputabile anche al ministero della giustizia che, nell’atto di convocazione della commissione ministeriale prima della proclamazione degli eletti, ha espressamente sostenuto il contrario di quanto detto dal tribunale di Roma. L’immagine dell’avvocatura lesa anche dal ministero della giustizia è una ferita per tutti gli avvocati italiani», conclude Pansini.

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