19.06.14 Il Sole 24 Ore – Orlando: «Fase due sui tribunalini, correttivi a settembre»

Sulla nuova geografia giudiziaria «non credo che si debba tornare indietro» dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Sembrerebbe un altolà alle pressioni. E invece no. Subito dopo, infatti, il guardasigilli aggiunge che ci sarà «una fase due» entro la fine del mese per «riflettere sulla razionalizzazione e sul recupero di alcune situazioni» e che «entro settembre saranno introdotti i correttivi necessari».
Il guardasigilli rompe così 12 giorni di silenzio: tanti ne sono trascorsi da quando, il 6 giugno, gli è stata consegnata l’attesa relazione della Commissione monitoraggio sullo stato di attuazione del taglio dei “Tribunalini”, di cui ha dato ampia notizia Il Sole 24 ore dell’11 giugno. L’annuncio di «correttivi» – sia pure dopo l’affermazione di non voler fare passi indietro – sembra andare in direzione opposta alle conclusioni della relazione del 6 giugno, a cui Orlando aveva detto di volersi attenere. La commissione monitoraggio – composta da magistrati, rappresentanti Anci, funzionari ministeriali e dal consigliere economico del ministro Roberto Rao – ha lavorato per otto mesi durante i quali ha ascoltato tutti, in particolare le voci critiche, e ha concluso escludendo correttivi poiché le «criticità tecniche» rilevate sono residuali e tali da non giustificare né il ripristino di uffici soppressi né il mutamento delle circoscrizioni. Ha invece suggerito al ministro, di qui a settembre, interventi di «supporto» nonché l’apertura di tavoli tecnici, istituzionali, politici per sciogliere i nodi esistenti. Evidentemente, però, le valutazioni politiche di Orlando sono diverse.
Una conferma o meno dell’Orlando-pensiero potrebbe arrivare già oggi: il ministro è atteso in commissione Giustizia, alla Camera, dove più di un mese fa fu subissato di domande sui Tribunalini e sulle sue intenzioni. Di fronte alle numerose richieste di ripristinare questo o quell’ufficio (ogni forza politica ha il suo), il guardasigilli aveva però rinviato tutto alla lettura della relazione della commissione monitoraggio. E lo aveva ripetuto i primi di giugno, durante un question time: «È del tutto evidente – aveva detto – che in costanza di un’attività del gruppo di lavoro, l’attività discrezionale del ministro è totalmente inibita, dovendosi attendere quelle conclusioni, in assenza delle quali anche qualunque provvedimento rischierebbe una palese illegittimità rispetto a un lavoro che deve essere, per quanto possibile, tecnico, neutrale e in grado di fotografare una realtà che si è venuta a determinare». Alle spinte politiche si aggiungono le mai sopite pressioni degli avvocati: ieri l’Organismo unitario (Oua) ha contestato «l’obiettività» della relazione, chiedendo a Orlando, «nell’ottica di rinnovata collaborazione che sta caratterizzando in questa fase i rapporti con gli avvocati», di «intervenire «personalmente» con un monitoraggio «più esaustivo».
Peraltro, il ministro aveva già preannunciato una «fase due», che però avrebbe dovuto riguardare il taglio di alcune Corti d’appello. Operazione che – se davvero il governo cederà sui Tribunalini – rischia di essere niente più che un annuncio.

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