19.11.15 Il Sole 24 Ore – Liberalizzazioni, categorie in campo

Avvocati in guardia sulle società tra professionisti, commercialisti preoccupati che nella fase di creazione e deposito degli atti societari si inseriscano figure prive di professionalità (associazioni datoriali e sindacali, agenzie d’affari e di disbrigo pratiche abilitate presso la Camera di commercio) senza la certezza dei controlli sul riciclaggio e del contrasto all’economia “opaca”, professionisti tecnici in guerra contro la sanatoria dei contratti stipulati con i privati dalle società di ingegneria. Le categorie professionali sono in pista sul Ddl concorrenza che è stato varato il 7 ottobre scorso e ora sta per iniziare il suo cammino al Senato. E, prima dell’esame dell’Aula, cruciale il passaggio in commissione Industria, commercio e turismo dove sono in corso le audizioni dei professionisti e tra ieri e l’altro ieri è stato il turno di Anf (Associazione nazionale forense), dottori commercialisti e profes­sioni tecniche. Per il mondo degli avvocati, che pure continua a chiedere che venga reintrodotta per i legali la possibilità di trasferimento di immobili ad uso non abitativo di valore fino a 100mila euro, la priorità è che per le società tra professionisti soci di puro investimento non superino un terzo del capitale sociale e del diritto di voto e la governance sia assicurata ai soci professionisti. «La specificità della professione forense – spiega Luigi Pansini, segretario dell’Associazione nazionale forense ­ richiede prudenza, cautela e regole chiare e certe alle quali rifarsi e, per la delicatezza degli interessi e dei di­ritti che si tutelano, diventano fondamentali requisiti come la trasparenza e la riconoscibilità del socio di capitale nella compagine societaria». Anche i professionisti tecnici puntano il dito contro le società, questa volta di ingegneria,e tramite il coordinatore Armando Zambrano, chiedono la «riscrittura della norma che sana i contratti stipulati irregolarmente dalle società di ingegneria con i privati negli ultimi 18 anni», stante il fatto che secondo Zambrano, tali società possono accedere al mercato degli affidamenti privati senza avere gli obblighi imposti alle società tra professionisti. Per quel che riguarda, infine, i dottori commercialisti il punto dolente è rappresentato dal trasferimento di quote di Srl e dal deposito di atti societari. «La tutela dell’interesse pubblico ­ ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale Gerardo Longobardi ­ si persegue con il mantenimento delle competenze specifiche di ciascuna professione». Un modo garbato per dire che i commercialisti non vedono di buon occhio il fatto che soggetti “laterali” al mondo delle professioni, e non obbligati a controlli di legalità, possano depositare atti societari. Inoltre la richiesta è quella che ai trasferimenti di azienda si applichi la procedura prevista per la cessione di quote di Srl e sia possibile farli senza l’autentica notarile.

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Giorgio Costa

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