19.11.20 Il Dubbio – «Arretrato civile, i nodi sono chiari»

Ci sono alcune questioni responsabili più di altre dei ritardi nella giustizia civile e nell’accumularsi dell’arretrato: è l’analisi del segretario dell’Associazione nazionale forense Luigi Pansini, che considera lo specifico problema come un obiettivo da “attaccare” attraverso una vera e propria “terapia d’urto”. In una nota diffusa ieri, Pansini ricorda che «l’aumento del numero dei procedimenti civili al 30 giugno 2020 (sono 3.321.149), dopo il primo lockdown, era prevedibile» ma anche che «i numeri delle cause a rischio “legge Pinto” continuano a crescere indipendentemente dalla situazione emergenziale della primavera scorsa. Servono», dice il segretario dell’Anf, «risorse, fondi e un’organizzazione più manageriale del lavoro, subito, per non fare tracimare la situazione e ritrovarci a rincorrere le raccomandazioni che l’Ue ha rivolto all’Italia per poter accedere agli aiuti del Recovery Fund. È evidente che qualcosa si inceppa nella gestione e trattazione dei procedimenti in entrata, da una parte, e di quelli che sono sul punto di superare la soglia temporale stabilita dalla legge Pinto, dall’altra. Oggi più che mai occorre intervenire con prontezza; il dato dell’aumento dei procedimenti civili complessivamente pendenti registrato al 30 giugno 2020 suona come un campanello d’allarme e, in attesa dei fondi europei destinati alla giustizia» serve, dice appunto Pansini, «un approccio mirato sulle cause che danno origine alle criticità, così rassicurando i cittadini sul loro diritto ad una giustizia efficiente e di qualità».

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