Dieci milioni di euro per implementare la giustizia alternativa e assunzione di 100 nuove risorse da destinare a quei tribunali che metteranno a punto un piano per lo smaltimento dell’arretrato. Lo ha annunciato il ministro della giustizia, Andrea Orlando, intervenuto ieri in Corte di Cassazione alla presentazione del IV Rapporto sulla giustizia civile in Italia, dal titolo «Le recenti riforme del processo civile in Italia e in Europa», elaborato dall’Unione nazionale delle camere civili e dal Centro studi dell’Avvocatura civile italiana in collaborazione con il Consiglio nazionale forense, l’Associazione nazionale magistrati e l’Associazione italiana fra gli studiosi del processo civile. Orlando ha sottolineato che «per la prima volta il numero delle cause civili pendenti è sceso sotto i cinque milioni e credo che nei prossimi mesi calerà ancora fi no a quattro milioni e mezzo». Per smaltire l’arretrato, inoltre, il Guardasigilli ha annunciato il suo piano: «l’assunzione di 100 idonei, presi da alcune graduatorie, che verranno destinati a quei tribunali che decideranno di organizzare un piano per lo smaltimento». E «un prossimo provvedimento verranno stanziati dieci milioni di euro per implementare le Adr». La prima delle due giornate di convegno è stata introdotta dal presidente dell’Uncc, Renzo Menoni e dal primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce. Nella sua relazione introduttiva, Menoni ha illustrato i risultati del IV rapporto, che si è focalizzato in particolare su due argomenti: la valutazione del dl 132/2014, avente ad oggetto «Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la defi nizione dell’arretrato in materia di processo civile» e l’avvio del processo telematico. Quanto al primo punto, il giudizio complessivo, da parte dei presidenti delle sezioni delle camere civili, è sostanzialmente positivo. Criticità sono state rilevate soprattutto in merito alla negoziazione assistita, quanto al pct, invece la maggiore criticità emersa è relativa alla «pretesa da parte di molti magistrati, anche delle copie cartacee».
Gabriele Ventura