21.02.14 Italia Oggi – Gli avvocati scuotono il Palazzo

Oltre 10 mila avvocati capitanati dall’Oua scuotono il Palazzo e la politica (dalla rinata Forza Italia al Partito Democratico) accorre a Piazza Montecitorio per offrire sostegno alle istanze delle toghe contro i costi della giustizia e il taglio di mille tribunali alla base di quella che defi niscono la «rottamazione della giustizia». È la prima buona notizia incassata dalla categoria nella sua lunga giornata di mobilitazione: prima davanti alla Camera dei deputati con tanto di stand e striscioni e poi tutti a piazza della Repubblica in corteo fino a piazza Santi Apostoli pronti a sfi lare a suon di fi schi e cori. L’Organismo unitario dell’avvocatura italiana dice così «no alla giustizia a pagamento, no all’aumento del contributo unificato e persino delle marche da bollo per iscrivere una causa a ruolo, no all’aumento dei costi per i ricorsi in Appello e Cassazione, no alla motivazione a pagamento e alle multe per lite temeraria introdotti dal ddl delega sul processo civile di cui si chiede il ritiro». I cappi al collo degli avvocati campani con le maschere di Anonimous – il giustiziere buono contro il Governo fantoccio del fi lm V per vendetta – insieme ai cartelli del tipo «Sono avvocato e ho fame», si sono guadagnati la scena di una marcia iniziata con la lista delle proteste e delle proposte al Governo e che si concluderà con l’adesione di decine di ordini e sigle. Presenti l’Associazione nazionale forense, i giovani dell’Aiga, i magistrati onorari della Federmot e loro, gli ordini professionali, in gran parte del sud Italia, determinati a denunciare da Napoli a Sulmona tutte le conseguenze del taglio di mille uffi ci giudiziari. Proteste e proposte. Nicola Marino, Presidente Oua, a ItaliaOggi, defi nisce «il ddl del 17 dicembre scorso sul civile assolutamente inaccettabile: espressione della rottamazione della giustizia, non risolve i problemi ma li crea a cominciare dai costi insostenibili, le sentenze senza motivazione, il fi ltro in appello». E prosegue: «Siamo disponibili ad abbattere l’arretrato e per questo al coinvolgimento dei Got ma vogliamo che siano sottoposti a dei criteri di selezione. Sulla mediazione obbligatoria», spiega, «siamo in attesa dei chiarimenti da parte del Consiglio di stato che ha accolto il nostro ricorso sulla misura cautelare. Restiamo però contrari all’obbligatorietà del rito che peraltro per noi non rappresenta alcun vantaggio visto che il mediatore non ha possibilità di intervenire nella controversia dove no ha alcuna possibilità di intervenire nel merito, possibilità che invece esiste nell’arbitrato». I legali non ci stanno alla «giustizia a pagamento» e sul volantino siglato Oua con l’adesione di tutte le atre componenti dell’Avvocatura, oltre ai punti della protesta vergata nero su bianco «contro il ddl delega sul processo civile di cui si chiede l’immediato ritiro», mettono anche una sfi lza di otto proposte: «Riforme per il migliore funzionamento della giurisdizione, disponibilità a uno smaltimento straordinario dell’arretrato, gestione occulta delle risorse, vera attuazione del processo telematico, riorganizzazione e messa in effi cienza degli uffi ci, riforma della magistratura ordinaria e implementazione nel civile delle soluzioni stragiudiziali con gli avvocati nelle camere arbitrali, nella negoziazione assistita e nella mediazione facoltativa». Arrabbiata contro il ddl della discordia anche Ester Perifano, segretario Anf: «Previsioni inaccettabili perché espressione di una filosofia punitiva nei confronti del cittadino a cui si chiede di sborsare una quantità enorme di soldi per contributi unifi cati e per la conciliazione obbligatoria se prevista dalla legge, si paga sempre da quando viene emessa la sentenza e dobbiamo registrarla all’anticipo del contributo unifi cato dell’appello per avere le motivazioni». Il corteo e la catena umana. Diverse le forme di protesta per denunciare il disagio della categoria. I giovani dell’Aiga guidata da Nicoletta Giorgi hanno formato una catena umana intorno alla Corte di Cassazione. Protagonisti della giornata sono stati gli striscioni: tanti e diversi secondo la fantasia e soprattutto il grado di rabbia dell’Ordine di provenienza. «Restituiteci la nostra dignità», chiedono gli avvocati napoletani sul loro striscione mentre imboccano da piazza della Repubblica via Cavour al grido «La nostra dignità è la vostra libertà». Hanno al collo cappi e cartelli con la scritta «liberate la giustizia». Risponde Olimpia De Lucia, avvocato civilista di Napoli: «Liberi da questi continui provvedimenti vessatori sia per il cittadino che per una professione non più libera». Altri colleghi se la prendono invece con i Got e il gratuito patrocinio «tagliato addirittura di un terzo della metà: per le insuffi cienze della magistratura togata, ci ritroviamo giudici onorari con funzioni giurisdizionali piene sdoganati da circolari del Csm che hanno tolto i limiti di valore delle liti», protestano insieme Salvatore D’Agostini,e Dino Milazzo, rispettivamente civilista e penalista arrivati a Montecitorio da Caltanissetta.

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