Qualcosa non quadra. Si riaccende la battaglia degli avvocati intorno ai parametri dei compensi, ma le posizioni non sono del tutto chiare. Il ministero della Giustizia ha messo a punto il regolamento sui nuovi parametri in attesa di un parere da parte del Consiglio di Stato e del Consiglio nazionale forense. Il tema è alquanto delicato: i parametri determinano gli importi che possono essere utilizzati come riferimento per la definizione dei compensi degli avvocati ma non sono vincolanti (perché le tariffe minime sono state abolite dalla riforma delle professioni): in pratica quando non c’è accordo tra le parti sarà un magistrato a decidere l’importo della parcella sulla base di questi parametri.
Aumenti e delusi
Ciò che non quadra è il vasto assortimento di reazioni al documento (non definitivo) emanato dal ministero: secondo molti addetti ai lavori (e rappresentanti dei consumatori) i nuovi parametri premiano gli avvocati con compensi più elevati per quasi tutti i gradi di giudizio. Per esempio, in materia penale, il compenso minimo per un legale che difende un imputato ammesso al gratuito patrocinio sale al doppio della cifra in vigore. Eppure tra gli avvocati c’è fermento e filtra molta insoddisfazione. Mentre tace il Cnf (in attesa di completare le sue osservazioni sul regolamento ministeriale), la giunta dell’Organismo unitario dell’avvocatura ha espresso un giudizio interlocutorio, evidenziando, però, alcune criticità. Per Nicola Marino, presidente Oua, «questa bozza è comunque un passo in avanti perché finalmente si sblocca una situazione che ha creato e che crea profonda preoccupazione in un settore colpito fortemente dalla crisi. Il percorso, purtroppo, è ancora lungo, visto che bisognerà attendere il via libera del Consiglio di Stato e i pareri delle commissioni parlamentari. A una prima valutazione – spiega Marino – non possiamo non rilevare la presenza di luci e ombre: se da un lato infatti assistiamo a un aumento delle previsioni per le cause medio-alte, dall’altro c’è un ridimensionamento di quelle di valore più basso, delle esecuzioni e del patrocinio a spese dello Stato. Le prime vittime di questa ultima scelta saranno gli avvocati più giovani e sotto questo aspetto la bozza è peggiorativa rispetto al decreto correttivo concordato dall’Oua e dalle associazioni forensi con il precedente ministro Severino, poi caduto nel dimenticatoio».
Emergenza giovani
Il punto è che per i cittadini le parcelle risulteranno inevitabilmente più salate rispetto al passato. «È vero ma allo stesso tempo – ricorda Marino – è bene evidenziare che i parametri vigenti risalgono al 2004 e sono talmente bassi che in modo unanime sono considerati punitivi nei confronti del lavoro dell’avvocato».
In seno all’avvocatura la voce degli scontenti è interpretata anche dall’Associazione nazionale forense: «Stupisce e amareggia che lo schema di regolamento contenente i nuovi parametri forensi preveda condizioni peggiorative soprattutto per i giovani, che notoriamente seguono, per essere agli inizi della carriera, cause di minor valore – dichiara il segretario generale dell’Associazione nazionale forense, Ester Perifano -. Sono stati ulteriormente tagliati i compensi relativi alle controversie di valore più basso, appannaggio ovviamente degli avvocati più giovani e con meno esperienza e clientela, come anche i compensi relativi alle esecuzioni, mobiliari e immobiliari, mentre sono stati aumentati i compensi previsti per le cause di valore più alto».
Isidoro Trovato
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