La storia è di quelle ghiotte: un 97enne fa causa all’Inps per una pensione di invalidità. Ci vogliono 13 anni per arrivare al primo grado. Perde per un difetto di notifica. Ricorre in appello e il tribunale fissa la prima udienza al 2018. Il nostro mal capitato dovrà aspettare di essere centenario prima di veder tutelati i suoi diritti. Due avvocati annunciano una causa per danni al ministero della Giustizia. C’è tutto: anni, nomi, una storia accattivante, soprattutto vista la lentezza del nostro sistema giudiziario. Peccato che la notizia, ripresa da siti internet e giornali, alla prima verifica si sbricioli. E peccato che, queste notizie, ormai siano diventate un marchio di fabbrica. Da due anni un gruppo di legali le inventa, cambiando solo qualche dato, a volte utilizzando foto identiche per vittime differenti. Sono un traino pubblicitario eccezionale, e internet è un moltiplicatore straordinario. Rintracciare le fonti Ci siamo imbattuti in questa bolla mediatica cercando di sapere qualcosa di più del nostro 97enne. Lo studio legalcommerciale citato, però, non ha una sede o un proprio sito. Dei due legali intervenuti con tanto di dichiarazioni, uno – Francesco Conte – non risulta appartenere al foro di Roma. L’altro, Silvia Notaro, invece esiste. Risalire al suo cellulare non è stato facile. Chiamiamo, numero coperto. Risponde. Non appena poniamo qualche domanda, ci stoppa: «Mi scusi, può richiamarmi tra una mezzoretta?». Certo. Richiamiamo. Col cellulare, numero in chiaro. Risponde. «Mi scusi, non so nulla di questa storia. Forse il collega che è citato». Ci dà il numero? «Non lo conosco bene. Forse è un collega con la barba che collabora come me per l’Agitalia. Ma sa, io sono lì da meno di un mese». L’Agitalia esiste. Ha un sito. Ai numeri di telefono, però, non risponde nessuno, così come all’email. La sede di Roma è un negozio di abbigliamento che non c’entra nulla. Notizie in batteria Approfondiamo. Si scopre così che l’avvocato Notaro e l’avvocato Conte sono una coppia piuttosto attiva mediaticamente per essere due estranei. Il loro studio legal-commerciale compare con una notizia il 4 aprile scorso: una 99enne di Terni ha trovato un certificato di debito pubblico dello Stato del’ 56 che oggi varrebbe 177.000 euro. Il 7 aprile è una 40enne originaria di Parma che ha ereditato 5 miliardi di lire ma la Banca d’Italia si rifiuta di cambiarli. Il 14 aprile è la volta di uno spezzino 96enne: avrebbe ereditato un Bot da un milione di euro. Sono solo gli ultimi episodi perché Agitalia sembra una fabbrica sforna bufale. Dal 2013 ne ha inanellate una dietro l’altra. Tutte meritevoli di paginate sui giornali vista la particolarità delle vicende raccontate. Come quella volta che l’associazione avrebbe tutelato una donna che aveva perso il bimbo durante il naufragio della Concordia. O il secondo caso di scambio di embrioni al Pertini di Roma, falso. L’associazion e aveva annunciato che avrebbe chiesto danni per un milione di euro. I guardiani dell’Aduc Perché? Secondo l’Aduc, che da tempo segue le gesta di Agitalia, per pubblicità. «Le persone si rivolgono a questi legali che, per prendere in mano la pratica, chiedono un contributo iniziale di 150 euro – spiega Giuseppe D’Orta che ha più volte denunciato le false notizie sul suo canale Investire Informati – Sono legati all’avvocato Giacinto Canzona, a suo tempo pizzicato da Striscia la Notizia e sospeso per un anno dall’ordine. L’Aduc sta seguendo due persone a cui l’avvocato ha chiesto 3000 euro per una causa che non avrebbero mai potuto vincere impostata in quel modo». E il 97enne in attesa di processo? Per ora resta un anonimo.
22.04.15 La Stampa – Gli avvocati sfornabufale per réclame
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