22.06.17 Italia Oggi – Intervista al segretario Pansini

L’Associazione nazionale forense festeggia i suoi primi vent’anni di vita a Bari. Al via oggi, infatti, la conferenza nazionale dell’Anf che sarà dedicata alla giurisdizione, al processo, ai sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, ma anche alla legge professionale, a reddito, previdenza, rapporti con il mondo delle professioni e organizzazione del lavoro. A illustrare a ItaliaOggi gli obiettivi della due giorni, dove interverranno, tra gli altri, il presidente di Cassa forense, Nunzio Luciano, quello del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, e il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, è il segretario generale di Anf, Luigi Pansini.

Domanda. Cosa si aspetta da questo appuntamento? Risposta. La conferenza di Bari vuole essere soprattutto un’occasione per stare insieme. È un momento che dedichiamo, nelle sessioni mattutine e pomeridiane che prenderanno il via da domani, a temi rispetto ai quali la nostra associazione è stata sempre presente, ad altri che forse abbiamo trascurato e ad altri ancora che presentano caratteri di novità e modernità tutti da valutare e approfondire. Questa conferenza è strutturata in questo modo: giurisdizione, processo, sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, legge professionale, reddito, previdenza, rapporti con il mondo delle professioni e organizzazione del lavoro. Su ciascuno di questi argomenti misureremo l’azione dell’Anf, nel passato, nel presente e nell’immediato futuro. Da sabato pomeriggio, poi, il confronto riguarderà tutti noi, il nostro operare all’interno e all’esterno dell’Associazione, con l’obiettivo di restituire a noi stessi, all’avvocatura, alla società e alla politica, l’immagine e l’idea di un’associazione, l’Anf, in grado di confrontarsi con tutti sul merito delle questioni, di prendere decisioni giuste, anche se impopolari o poco compiacenti, di formulare proposte nell’interesse generale, di fare severa autocritica quando è necessario.

D. Nonostante si festeggino i vent’anni dell’Associazione, l’intenzione è proiettarsi nel futuro della professione. Lei come lo vede? R. In trasformazione. Oggi abbiamo a che fare con una società molto più povera rispetto alla quale dobbiamo chiederci se sia in grado di assorbire i professionisti e soprattutto i compensi dei professionisti. Poi c’è il mondo delle grandi imprese, con un evidente problema di rapporto tra professionista e committente. Inoltre, le riforme fi no ad ora non hanno dato risposte soddisfacenti. La domanda di giustizia non cala e non si comprende come mai sia stata realizzata una riforma organica del processo penale e non di quello civile. A nostro avviso, basterebbe prevedere che il processo possa essere introdotto con il solo ricorso. In questo modo, sarebbe affermata la telematizzazione del processo, e il ricorso imporrebbe la semplifi cazione dei riti.

D. Quali altri riforme andrebbero implementate, a suo avviso? R. La legge professionale va riformata. Formazione e specializzazione sono patrimonio dell’avvocatura e non possono essere vanificate dal sistema. Siamo inoltre favorevoli a una versione controllata della concorrenza. Maggiore dinamicità porta più possibilità di lavoro. Nel recente incontro che abbiamo avuto con Cassa forense abbiamo parlato della previdenza degli avvocati mono committenti e delle società tra professionisti. È opportuno, a nostro avviso, mantenerli all’interno della Cassa ma assicurando la sostenibilità e il funzionamento della previdenza degli avvocati.

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