Quattromila euro entro novanta giorni. Paghi o sei fuori dall’albo. In sostanza – pur avendo superato le «forche caudine» dell’esame di Stato – perdi lo «status» di avvocato. In questi giorni migliaia di giovani professionisti del foro hanno ricevuto una lettera della Cassa forense, l’ente previdenziale di categoria. Contiene una serie di istruzioni che hanno il sapore di un ultimatum, a seguito dell’emanazione del regolamento attuativo della legge 247 del 2012 (governo Monti). L’articolo 1 prescrive a ciascun legale l’obbligo di registrazione alla Cassa a partire dal giorno d’iscrizione all’albo degli avvocati, imponendo il versamento dei «contributi minimi». Finora un’ampia fascia di professionisti in erba ha alimentato una sorta di evasione contributiva, perché l’obbligo di iscrizione alla Cassa era previsto solo per chi superava i 10.300 euro all’anno. A rischio ci sarebbero 10 mila giovani professionisti. Davanti a sé hanno due scelte: perdere lo status oppure rimetterci di tasca propria.
23.12.14 Corriere della Sera – I giovani avvocati contro i minimi
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