Nuovi modelli di organizzazione del lavoro nei tribunali che riguardino anche i magistrati. Perché il problema attuale del sistema giustizia è smaltire l’arretrato ultra triennale. Ne è convinto Luigi Pansini, segretario generale dell’Associazione nazionale forense, intervenuto ieri a Roma durante un incontro con il co-coordinatore del monitoraggio delle riforme della giustizia della Commissione europea Aristotelis Gavriliadis, nell’ambito dell’analisi condotta dalla Ue sui programmi di riforme strutturali. «I continui interventi normativi», afferma Pansini, «non sono l’unica strada per migliorare il funzionamento della giustizia civile in Italia. I metodi alternativi di risoluzione delle controversie vanno ancora metabolizzati e rappresentano una nuova idea di risposta alla domanda di giustizia e non uno strumento paraprocessuale per smaltire l’arretrato; occorre ripensare la natura e gli importi del contributo unificato; la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari non è ancora del tutto compiuta e va ora affermata anche nel penale e nei giudizi dinanzi ai tribunali amministrativi, anche se la riforma della magistratura onoraria, con l’ampliamento delle competenze nel civile e nel penale, sembra vanificare gli ottimi risultati del pct in settori oggi devoluti ai nuovi magistrati onorari». Pansini si è detto poi critico rispetto alla nuova disciplina della legge Pinto, «che finisce col penalizzare il diritto del cittadino rispetto ai tempi della giustizia».
Mario Valdo