26.11.21 Domani – Un triennio di sfide per l’Associazione Nazionale Forense e l’avvocatura

L’intervento del Segretario generale Di Marco pubblicato su “Domani”.

L’avvocatura italiana arriva all’appuntamento storico del Pnrr dopo una stagione di profonda crisi di identità. Le sfide all’ordine del giorno sono chiare: aggregazioni professionali, nuova disciplina fiscale e previdenziale, specializzazioni e accesso alla professione, riforma dell’ordinamento forense.

on la celebrazione del Congresso Nazionale del 16-19 settembre e del successivo Consiglio Nazionale nel mese di ottobre, l’Associazione Nazionale Forense ha rinnovato tutti i suoi organi nazionali, inaugurando un nuovo triennio di vita associativa.

L’inizio di questo nuovo ciclo cade in un momento in cui l’avvocatura italiana e tutto il Paese affrontano sfide importantissime di modernizzazione e di rilancio, legate alla stagione di rinascita post-pandemica e all’attuazione del PNRR. Nel corso del prossimo triennio avranno luogo importanti processi di riforma, rispetto ai quali è indispensabile che ANF faccia sentire la sua voce e dia il suo apporto al dibattito pubblico, facendosi portatrice della cultura della tutela dei diritti soggettivi e dell’inclusione che la caratterizzano.

LA CRISI DI IDENTITÀ

L’avvocatura italiana arriva a questi appuntamenti storici dopo una stagione di profonda crisi di identità. Negli ultimi vent’anni gli avvocati italiani sono più che raddoppiati, arrivando al numero di oltre 245.000 iscritti all’albo. Al tempo stesso, però, l’avvocatura ha sofferto una perdita di ruolo sociale e una crescente frammentazione. La crisi che ha investito la giurisdizione – causata della perdita di capacità di rispondere efficacemente alla domanda di giustizia e anche da politiche esplicitamente tese a scoraggiare il ricorso al processo – ci ha colpito in modo violento.

L’aspetto più immediatamente visibile di questa crisi, anche se non certo l’unico, è rappresentato dal decremento dei redditi medi, con l’affiorare di una fascia di avvocatura proletarizzata (nelle ultime rilevazioni, il 25,8% degli iscritti alla Cassa Forense ha dichiarato di produrre un reddito inferiore ad € 10.300).

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