C’è chi esprime soddisfazione per «l’opera di semplificazione e di modernizzazione» e chi invece vede «più ombre che luci», con la preoccupazione per una serie di nuovi adempimenti. Reazioni in chiaroscuro da parte dell’avvocatura in merito alla riforma del processo civile, approvata ieri in via definitiva dalla Camera dei deputati. Dall’Agi (Avvocati giuslavoristi italiani) arriva la nota più positiva: la presidente Tatiana Biagioni parla della conclusione di «una storica battaglia dell’associazione per la modernizzazione e semplificazione del settore e per una migliore tutela dei diritti». In particolare, Biagioni sottolinea l’estensione della negoziazione assistita sul lavoro agli avvocati e il superamento del rito Fornero. Più duro il giudizio dell’Anf, l’Associazione nazionale forense: «Molte ombre e poche luci. Il Parlamento ha approvato una riforma consistente in larga parte nella riproposizione di un metodo poco convincente con cui, in nome di un malinteso principio di efficienza, si comprimono i diritti del cittadino nel processo», le parole del segretario generale Giampaolo Di Marco. Preoccupazione anche da Alberto Vigani, vicepresidente del Movimento forense: «La riforma andrà pesata dopo aver visto i decreti attuativi, ma già ora vediamo alcune criticità sulle norme che saranno efficaci a brevissimo: ad esempio, nel pignoramento presso terzi si introduce, senza alcuna giustificazione, un nuovo adempimento che rischia di portare a tempi indefiniti l’esito della procedura».
