27.06.18 La Gazzetta Del Mezzogiorno – «Il ministro dice il falso nessuna condivisione»

Voci dai lavori dell’assem blea nazionale convocata ieri a Bari, nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Piazza de Nicola, dall’Unione delle Camere Penali nell’ambito dell’asten sione di tre giorni indetta per protestare contro le condizioni di emergenza che sta vivendo la giustizia penale barese, senza più una casa. Gaetano Sassanelli , presidente della Camera Penale di Bari: «Il ministro dice delle cose non vere quando dichiara che la decisione del decreto legge (il dl che ha disposto la sospensione dei processi senza detenuti e dei relativi termini di prescrizione, fino al prossimo 30 settembre – n.d.r.) è stata condivisa dall’avvocatu ra, non è vero. Il ministro vuole affossare definitivamente la funzione delle giurisdizione penale a Bari. Avvocati, magistrati, cancellieri sono tutti d’ac cordo – prosegue Sassanelli – nel sostenere la necessità di una decretazione di urgenza per la requisizione di un immobile in grado di accogliere tutti gli uffici giudiziari e riprendere a fare i processi. Abbiamo già deciso di inviare ai presidenti delle Camere un documento che evidenzia una serie di aspetti di incostituzionalità del decreto, nell’auspicio che possano decidere di non convertire il decreto licenziato dal Consiglio dei ministri. Se lo convertiranno ci rivolgeremo al Presidente della Repubblica». Altra voce, quella di Benia mino Migliucci , presidente nazionale dell’Unione delle Camere Penali. «Il ministro Bonafede – ha detto nell’aula gremita – ha scritto ai penalisti attraverso Facebook. Impari che esistono le sedi istituzionali. Quello che non racconta nei suoi “post” è che i penalisti hanno chiesto con rispetto istituzionale di essere ricevuti. Questo ministro, avvocato, ha ritenuto di non doverci neppure rispondere. L’avvocatura penale non accetta questo modo di fare, perché non è degno di un ministro». Francesco Paolo Sisto , avvocato, parlamentare e coordinatore di Forza Italia: «Nel decreto Bonafede c’è una chiara incostituzionalità: la Corte Costituzionale ha più volte chiarito che non si può intervenire sui termini di prescrizione relativamente a reati già commessi. Ma l’aspetto più grave è la chiara scelta del Ministro di non impiegare risorse: è chiaro che Bonafede non intende risolvere il problema, ritenendo Bari e il Sud “parva materia” (“piccola questione”). Mi impegnerò in Parlamento, in sede di conversione del decreto, per far sì che si ponga rimedio a questo scempio». La questione è nota. Il Ministero della Giustizia ha sospeso i processi penali senza detenuti fino al 30 settembre per l’inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz e intende trasferire gli uffici giudiziari in due sedi distinte, smembrandoli. Avvocati, magistrati, cancellieri chiedono che il trasloco avvenga in un’unica sede. Il livello dello scontro ieri si è alzato. Quando il presidente dell’Ordine degli avvocati Gio vanni Stefanì , arringando i quattrocento e più colleghi (compresi quelli che fuori da un’aula magna gremita in ogni ordine di posti, cercavano di entrare) ha rivendicato le loro ragioni, sono scattati tutti in piedi ed è partita l’ovazione. Una specie di sfogo, carico di sdegno, frustrazione, orgoglio ferito ma anche preoccupazione per il futuro. La sospensione dei processi congela la giurisdizione penale e in alcuni casi mette a repentaglio la sopravvivenza stessa dei studi legali più piccoli. Milena Losacco , presidente dell’associazione «Avvocati Ora»: «Il decreto tradisce un unico interesse – denuncia quello di smantellare la tendopoli in cui, nelle ultime due settimane, si sono celebrate le udienze di rinvio. Una operazione di maquillage . Lo smembramento degli uffici e la loro allocazione in due sedi separate è una non-soluzione». Luigi Pansini , poi, rappresenta l’Associazione Nazionale Forense. «Il nostro invito – spiega – è quello di rimanere uniti, ma al tempo stesso con i piedi per terra. Occorre intendersi su quale è la priorità per la giustizia a Bari: se è quella di riprendere a celebrare le udienze, sicuramente nessuno ha dubbi che l’optimum sia rappresentato da un unico plesso che ospiti gli uffici giudiziari penali. Ma se questo non dovesse essere possibile, l’Avvocatura sarà chiamata a decidere se riprendere a celebrare le udienze in uffici tra loro distanti o continuare a non celebrarle fino a quando non si troverà una soluzione unica per l’edilizia del tribunale penale». Una delle voci più autorevoli e ascoltate è quella dell’avvo cato Michele Laforgia . «Il fatto che gli avvocati stiano facendo fronte compatto nell’affron tare questa situazione, in perfetta unità di intenti con la magistratura è sicuramente un fatto positivo. Purtroppo il clima generale è pessimo. La sospensione di tutte le attività del tribunale a parte quelle urgentissime è oggettivamente un grave problema e continuerà ad essere tale anche alla ripresa dell’attività. Soprattutto ancora oggi, dopo più di un mese dall’inizio dello stato di emergenza, non si capisce come il Ministero voglia risolvere il problema. L’unica cosa chiara è che si sta proponendo l’enne simo “spezzatino”, ossia una ennesima diaspora degli uffici giudiziari sparsi non solo per la città ma anche, con il dislocamento a Modugno, per la provincia il che costituirà un enorme, ulteriore disagio per magistrati, avvocati, personale amministrativo e soprattutto per i cittadini». «Noi ci siamo abituati e abbiamo abituato anche i cittadini per anni – prosegue Laforgia – ad assistere all’esercizio della giurisdizione in palazzi che non erano e non sono destinati a quello. Il luogo per la giustizia non è secondario. Non si può amministrare giustizia in qualsiasi luogo. Non si può pronunciare una sentenza penale in un sottoscala. Non si possono gestire le vite delle persone buttando migliaia di fascicoli in un corridoio perché non c’è spazio. La giustizia penale ha i suoi luoghi, in tutto il mondo è così. Addirittura in Sudamerica è così. Adesso a Bari avviene ancora di peggio, perché abbiamo un Governo che dice esplicitamente che la giurisdizione penale si può sospendere, se ne può fare a meno per un periodo, per ora di tre mesi, poi si vedrà. E un segnale terribile soprattutto in una città che ha enormi problemi di legalità e di criminalità comune ed organizzata». Infine una buona notizia. «Per alleggerire la difficile vita professionale che in questo periodo stanno vivendo gli avvocati di Bari, il Consiglio nazionale forense – spiega in una nota il presidente An drea Mascherin – ha sospeso gli oneri formativi per avvocati e praticanti».

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