Nel Consiglio dei ministri di oggi entreranno i due pacchetti di proposte del Guardasigilli Andrea Orlando (sul processo civile e su quello penale) ma non è scontato che tutte le materie messe sul tavolo dal governo (12 punti) vengano poi tradotte in altrettanti testi di legge. Di immediatamente esecutivo c’è solo il decreto legge sull’abbattimento dell’arretrato civile. Invece, per altre decisioni particolarmente delicate, bisognerà aspettare in assenza di un accordo nella maggioranza. Sulle intercettazioni (stretta alla pubblicazione sui giornali) si è scelta la strada lunga del ddl delega che lascia aperto il campo a più soluzioni: dal semplice divieto di trascrivere il virgolettato delle intercettazioni (pubblicabili solo nel contenuto, se penalmente rilevanti) al bavaglio per la stampa (legge Mastella) fino al termine delle indagini preliminari. Invece, sui tempi di prescrizione dei processi – nel cui caso la «delega» al governo è impraticabile perché il Parlamento ha già avviato la discussione su questa materia – il Ncd di Angelino Alfano avrebbe imposto una norma transitoria che tagli fuori dalle nuove regole (meno garantiste per l’imputato che avrà meno chance di fermare il processo) chi risulterà già condannato in primo grado al momento dell’entrata in vigore della legge.
A Palazzo Chigi, dunque, oggi si parlerà un po’ di tutto: l’ufficio legislativo di via Arenula guidato dal magistrato Mimmo Carcano è pronto a presentare al pre-Consiglio (rinviato da ieri sera a stamattina) il decreto legge sulla velocizzazione del processo civile, quattro ddl ordinari (riforma del processo civile, lotta alla criminalità economica con i nuovi reati di falso in bilancio e autoriciclaggio, prescrizione, responsabilità civile dei magistrati) e due ddl delega (intercettazioni, stretta sui ricorsi in Cassazione. Sul tema delle impugnazioni difficili (in caso di doppia condanna in primo e in secondo grado viene preclusa la Cassazione), il Ncd avrebbe imposto la strada lunga della legge delega. Allo stesso modo, il Pd pressato da Alfano, ha acconsentito a trattare il nodo delle intercettazioni ma solo a patto di non dover varare un ddl ordinario. E visto che l’Italia è il Paese dei campanili, ora balla anche la sforbiciata alle Corti d’appello che, nei piani del premier dovrebbero calare da 26 a 20. È confermato poi il rinvio della riforma del Csm (sistema elettorale dei togati e sezione disciplinare esterna) a dopo l’11 settembre, data in cui il Parlamento tornerà in seduta comune per eleggere i membri laici del plenum. La proposta lanciata da Renzi (via Twitter) di ridurre la pausa estiva nei tribunali da 45 a 20 giorni stimola poi la riflessione nella classe forense: «Basta con il luogo comune sugli avvocati causa delle lungaggini, consideriamo quella del premier una provocazione utile se è un modo indiretto di denunciare la scarsa produttività dei magistrati», scrive l’Organismo unitario dell’avvocatura.