«Ho presentato un’interrogazione urgente alla Ministra Cartabia per chiedere conto di un grave fatto avvenuto a Potenza dove un avvocato ha richiesto il differimento di un’udienza per ragioni di salute, accordato da il tribunale. Il pm peró ha deciso di mandargli a casa i carabinieri e un medico, indagarlo e disporre una perquisizione dello studio del professionista che aveva redatto il certificato». Lo dichiara Giuseppe Luigi Cucca, Vicepresidente di Italia Viva in Senato. “Non si comprendono le ragioni di un tale dispiego di forze e personale per un mero rinvio dell’udienza rispetto ad un procedimento penale non prossimo alla prescrizione, i cui termini sarebbero rimasti, in ogni caso, sospesi proprio in virtù del differimento per motivi di salute del difensore. Per questo chiedo alla Ministra di adoperarsi affinché tali fatti siano chiariti e non si ripetano», conclude. La vicenda di Murano ha scosso l’ambiente forense. «La sua denuncia è, nella migliore delle ipotesi, un eccesso delle prerogative del magistrato». Ad affermarlo è il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, secondo il quale «al netto della legittimità, fatti come questi minano quel necessario equilibrio che sempre deve sussistere fra le parti processuali e fra avvocatura e magistratura». «Altro aspetto, e altra valenza – osserva – ha invece l’ispezione dello studio legale del collega Murano che a quanto si apprende sarebbe stata eseguita senza la comunicazione preventiva al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, misura prevista dall’art. 103 del codice di procedura penale. Siamo certi che su ogni aspetto di illegittimità verrà fatta piena luce dagli organismi che sono stati investiti della vicenda dell’avvocato Murano». L’Associazione Nazionale Forense, assicura, «vigilerà e sarà sempre al fianco dei colleghi che solleveranno violazioni dei loro diritti e delle loro prerogative». Anche L’Aiga (Associazione Italiana Giovani Avvocati) esprime «forte preoccupazione» per quanto accaduto a Murano. “È gravissimo rileva la vicepresidente Mariarita Mirone – che, in dispregio del legittimo impedimento, peraltro riconosciuto in giudizio, la classe forense venga sottoposta ad un arbitrario ed intollerabile abuso da parte della magistratura, con difetto di tutte le garanzie processuali e costituzionali. Le lamentate violazioni della Procura potentina, quali atti autonomi e gravemente ripetitivi di istanze del Pm già vagliate e rigettate dal Collegio giudicante, minano il necessario equilibrio che sempre deve sussistere fra le parti processuali e fra Avvocatura e Magistratura, nell’irrinunciabile rispetto del processo e dei ruoli.” “La gravità di quanto accaduto nel nostro Foro aggiunge Roberta Fiore, Presidente della Sezione di Potenza – è ancor più insostenibile per il fatto che l’ispe zione dello studio legale sia avvenuta persino in difetto della comunicazione preventiva al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati”.
