Alta tensione sul Ddl Bonafede Sabato prossimo l’assemblea Anm



Il Sole 24 Ore – Giovanni Negri – Resta ad alta tensione la partita della riforma della giustizia targata Bonafede. Il cambio delle forze di governo, con l’ingresso del Pd e l’uscita della Lega, fa venire meno anche l’accordo politico che condizionava l’entrata in vigore, prevista per il 2020, delle nuove modalità di calcolo della prescrizione a un pacchetto di norme che accelerasse l’andamento dei procedimenti soprattutto penali. Il testo era stato approvato «salvo intese» dopo una riunione fiume del Consiglio dei ministri lo scorso 1° agosto, dove l’intesa di fondo era stata raggiunta sulla parte dedicata al nuovo sistema di elezione del Csm e sulle modifiche al Codice di procedura civile. Sul penale Lega e 5 Stelle erano rimasti distanti, del tutto insufficienti erano state infatti ritenute dalla Lega le misure delineate dal disegno di legge elaborato dal ministero della Giustizia. A partire dalla determinazione di una soglia di durata coincidente con quella già oggi fissata dalla Legge Pinto, 6 anni.

Nelle prossime ore dovrebbe partire un non facile confronto nella nuova maggioranza. Se sullo sfondo resta la distanza su temi chiave come la riforma dell’ordinamento penitenziario, messa a punto dall’amministrazione Orlando e poi subito accantonata dal nuovo ministro Alfonso Bonafede, o la revisione della disciplina delle intercettazioni, anche questa elaborata da Orlando e congelata sino a fine anno da Bonafede, a non volere ricordare il diverso sistema di conteggio della prescrizione previsto da Orlando e modificato da Bonafede, anche sulle misure per accelerare i processi e rivedere il sistema elettorale del Csm potrebbero essere scintille.

Da vedere infatti è quanto possa essere condivisa nel Pd una soluzione cui sono invece molto legati i 5 Stelle come quella della dose di sorteggio per la scelta dei futuri consiglieri. Certo da pesare ci sarà anche il pesante coinvolgimento di due parlamentari del Pd (Luca Lotti e Cosimo Ferri) nello scandalo nomine che ha investito il Consiglio, ma i mal di pancia sul punto sono prevedibili. Come pure sull’irrigidimento delle sanzioni disciplinari per i magistrati che non rispettano i tempi di durata dei giudizi oppure su norme bandiera come l’innesto possibile della valutazione psicologica nell’esame di idoneità delle toghe.

Tra magistrati e avvocati poi l’allarme resta alto. Con le Camere penali che hanno scritto a tutti i parlamentari aprendo al confronto sui tempi della giustizia, sottolineando però quella che è ritenuta una precondizione e cioè la cancellazione dello stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio; mentre l’Anm convoca il direttivo per venerdì, con all’ordine del giorno le modifiche al codice etico dopo il caso Csm, sabato è indetta l’assemblea dei soci e domenica la presentazione in diretta streaming dei candidati alle elezione suppletive del Consiglio.

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