Approvata dal Congresso di Venezia la mozione dell’Anf sul regolamento specializzazioni

L’approvazione da parte del Congresso di Venezia della mozione presentata dall’ANF esul regolamento specializzazioni è un ottimo risultato in quanto impegna la rappresentanza dell’Avvocatura a perseguire la valorizzazione delle specificità della professione forense.

E’ imprenscindibile che qualsiasi forma di specializzazione non possa essere ottenuta a seguito di un percorso esclusivamente teorico e culturale, ma necessiti sempre di un comprovato bagaglio di esperienza che attesti una capacità di utilizzo concreto e professionale delle competenze del settore specialistico di riferimento.

Occorre che l’individuazione delle aree (i maacrosettori del diritto) e degli ambiti ( le materie, come ad esempio famiglia e lavoro, penale commerciale e reati contro la p.a. , contratti pubblici e urbanistica) sia formulata ed assunta sulla base di dati esperienziali concreti, frutto di un’analisi effettiva e concreta dei flussi di lavoro in ambito professionale”.

Lo dichiara il segretario generale dell’ANF Ester Perifano.

 

C’ è poi un tema – continua Perifano – che è sotto gli occhi di tutti e che va superato, ovvero l’obbligo per l’avvocato specialista di essere assegnatario di almeno 50 incarichi l’anno nel singolo settore di specializzazione.

E’ un numero tale di procedimenti all’anno per reclamare il titolo sulla base della ‘comprovata esperienza’ assolutamente scollegato dalla realtà, soprattutto per le specializzazioni effettive che, per definizione, sono relative a settori di nicchia. Non è difficile cogliere la differenza numerica del rapporto degli avvocati che discutono cause inerenti il diritto internazionale, o che dibattono di legislazione inerente l’ambiente, con la stragrande maggioranza di quelli impegnati ogni giorno sul civile.

Di conseguenza c’è la necessità pesare e valutare in modo adeguato gli impegni professionali ordinari nelle varie materie, definendo adeguati e differenziati dati quantitativi.

C’è poi un problema di divisioni a tenuta stagna che va superato:le competenze trasversali ( come ad esempio la sicurezza sul lavoro e l’edilizia) o che settorialmente attraversano diverse aree vanno valorizzate, e non appunto ricondotte ad ambiti ristretti”.

 

Gli organi rappresentativi dell’Avvocatura, con il coinvolgimento di tutte le realtà professionali istituzionali e associative dovranno adoperarsi con il Ministero della Giustizia perchè vengano soddisfatte queste condizioni, attraverso le quali passa il futuro degli avvocati che devono confrontarsi con una ineludibile specializzazione della loro professione”- conclude Perifano.

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